AI vs Umani: Chi Comanda Davvero Questa Partita?
Riassunto
L'AI sta ridefinendo i confini tra umano e macchina: dall'ultimo programmatore che batte OpenAI alla dipendenza cognitiva di massa, dai deepfake di LeBron all'automazione della deregolamentazione governativa. Mentre celebriamo vittorie di Pirro, stiamo inconsapevolmente cedendo controllo e capacità critica agli algoritmi.
L'Ultimo Umano a Battere l'AI nel Coding (Forse)
Przemysław Dębiak ha appena scritto la storia. Il programmatore polacco ha battuto l'AI di OpenAI nell'AtCoder World Tour Finals 2025, ma la sua vittoria sa di ultimo atto. "Sarò probabilmente l'ultimo umano a vincere questo titolo", ha dichiarato con una lucidità che fa riflettere.
La competizione di 10 ore ha visto Psyho (il suo handle online) superare l'algoritmo OpenAI di appena il 9,5%. Ma ecco la verità che nessuno vuole ammettere: non è stata una vittoria schiacciante della creatività umana. È stata una gara contro il tempo, letteralmente. L'AI può testare migliaia di variazioni mentre noi battiamo faticosamente sulla tastiera.
"L'AI è come clonare un singolo umano più volte e farlo lavorare in parallelo", spiega Dębiak. Non è più intelligente, è più veloce. E nella Silicon Valley, la velocità batte sempre l'eleganza. Il vero problema è che stiamo celebrando una vittoria di Pirro mentre le aziende tech già pianificano di sostituire il 20% dei lavori intellettuali nei prossimi cinque anni.
L'ironia? Dębiak ha lavorato per OpenAI prima di ritirarsi. "Live by the sword, die by the sword", ha twittato prima della gara. Almeno ha vinto. Per ora.
Stiamo Diventando Zombie Cognitivi (E Ci Piace)
Un miliardo di persone usa ChatGPT. In due anni. È il playbook della Silicon Valley perfetto: rendilo fantastico, rendilo economico, crea dipendenza, poi monetizza. E noi ci stiamo cascando in pieno.
Greg Shove, CEO di Section, ha messo il dito nella piaga: stiamo dividendo il mondo tra "piloti AI" e "passeggeri AI". I passeggeri copiano e incollano prompt, si fidano ciecamente dell'output, e lentamente perdono la capacità di pensare. I piloti usano l'AI come primo draft, verificano tutto, e mantengono il controllo.
Ma il vero problema è che l'AI non ti dirà mai che il tuo lavoro fa schifo. Microsoft e Carnegie Mellon hanno dimostrato che l'AI generativa riduce il pensiero critico. Quando ci fidiamo dell'output, smettiamo di usare il cervello. È il "glazing" - quelle risposte melense tipo "Che domanda fantastica!" - progettato per tenerci agganciati.
Dimentichiamo l'hype e parliamo di fatti: stiamo outsourcing il pensiero alla velocità della luce. E tra dieci anni, chi avrà delegato tutto all'AI scoprirà di essere diventato sostituibile. L'AI non si fermerà finché non chiudi il laptop. Come Terminator, ma più subdolo.
12.000 Domande a ChatGPT: La Dipendenza Universitaria
Tre studenti universitari britannici. 18 mesi. 12.000 prompt a ChatGPT. Quello che emerge dai loro log è inquietante: non stanno solo barando agli esami, stanno esternalizzando la vita.
Dalle tesi (ovviamente) alle crisi esistenziali, dai consigli di carriera alle ricette con gli avanzi del frigo. "Chat" - come lo chiamano familiarmente - è diventato il loro oracolo personale. Un dialogo è partito con "riempi i buchi in questo paragrafo" ed è finito 103 prompt dopo con l'AI che scriveva introduzione, conclusione, bibliografia e persino autovalutava il lavoro.
Quello che non vi stanno dicendo è che l'AI sta diventando il loro terapeuta. Nathaniel usa ChatGPT per analizzare la sua personalità Myers-Briggs (già di per sé discutibile), gestire l'ansia, capire se è neurodivergente. L'AI non gli dirà mai che sta perdendo tempo o che dovrebbe parlare con un professionista vero.
Il paradosso finale? L'88% delle aziende usa già AI per scremare i CV. Stiamo in un mondo dove l'AI legge candidature scritte dall'AI, con zero intervento umano. E i ragazzi lo sanno: "Probabilmente è meglio che riduciamo tutti l'uso", dice uno di loro. Troppo tardi, direi.
LeBron vs AI: La Guerra dei Deepfake è Iniziata
LeBron James incinto. Sì, avete letto bene. L'AI generativa ha prodotto immagini virali del campione NBA con il pancione, e lui ha risposto con una diffida legale. Benvenuti nel Far West dei deepfake.
Jason Stacks, il fondatore della piattaforma AI responsabile, ha ricevuto la lettera e la sua reazione è stata eloquente: "Sono fottuto". Quello che era iniziato come un "progetto hobby" per far monetizzare i creator è rapidamente sfuggito di mano. Milioni di visualizzazioni in poche ore per contenuti completamente falsi.
Ma il vero problema è il fenomeno "Brainrot" - contenuti digitali di qualità bassissima che macinano visualizzazioni astronomiche. Oxford l'ha definita parola dell'anno 2024, con un aumento del 230% nell'uso del termine. È l'equivalente digitale del "buongiornissimo caffè" dei boomer, ma infinitamente più pericoloso.
LeBron non è solo: Taylor Swift, Steve Harvey, tutti bersagli di contenuti non consensuali. Il Congresso USA sta discutendo il "No Fakes Act" per proteggere l'identità digitale. Dietro le quinte, però, la tecnologia corre più veloce della legge. E mentre discutiamo di regolamentazione, l'AI continua a sfornare contenuti falsi 24/7.
DOGE Usa l'AI per Cancellare 100.000 Regolamenti USA
Il "Department of Government Efficiency" ha un nuovo giocattolo: un'AI che decide quali regolamenti federali eliminare. L'obiettivo? Tagliare il 50% delle normative entro il primo anniversario di Trump. Sottile come un martello pneumatico.
Il "Doge AI Deregulation Decision Tool" analizzerà 200.000 regolamenti e ne selezionerà 100.000 da eliminare. Il Dipartimento per l'Edilizia Abitativa ha già usato l'AI per "decisioni su 1.083 sezioni normative", mentre il Consumer Financial Protection Bureau l'ha utilizzata per scrivere "il 100% delle deregolamentazioni".
Ecco la verità che fa paura: stanno affidando a un algoritmo decisioni che impattano milioni di americani. Chi ha programmato questo strumento? Edward Coristine, 19 anni, precedentemente noto online come "Big Balls". Non sto scherzando.
La Casa Bianca dice che "tutte le opzioni sono esplorate" e che il lavoro è "nelle fasi iniziali". Ma quando l'AI decide cosa è "non più richiesto dalla legge", chi controlla il controllore? Stiamo assistendo al primo esperimento di governance algoritmica su scala nazionale. Cosa potrebbe andare storto?
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Altre dinamiche che meritano attenzione: Tesla continua a innovare seguendo la filosofia "no slides, solo prodotti reali" ereditata da Steve Jobs, con Jon McNeil che porta questi principi in GM. Nel frattempo, l'industria cinematografica indiana sperimenta con finali AI alternativi per film del 2013, scatenando polemiche sui diritti d'autore. Sul fronte geopolitico, la Cina propone cooperazione globale sull'AI proprio mentre Trump deregola aggressivamente il settore americano. La partita si gioca su più tavoli: tecnologico, culturale, politico. E noi siamo sia giocatori che pedine.
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