Inter
23 settembre 2025

Dimarco torna al gol, Pio incanta San Siro: l'Inter ritrova la vittoria

Riassunto

L'Inter ritrova la vittoria battendo il Sassuolo 2-1 con Dimarco che spezza il digiuno di sei mesi e Pio Esposito che incanta San Siro al debutto da titolare. Marotta lancia l'allarme stadio: Milano rischia la marginalità europea, serve il nuovo impianto. Tudor diventa capopopolo Juve con parole forti contro gli arbitri, risvegliando le coscienze bianconere. Il Napoli vola a punteggio pieno (4 su 4) e Conte prova la fuga solitaria in vetta. Al Pallone d'Oro Lautaro 20°, Dumfries 25°, Donnarumma vince il Yashin Trophy con Sommer terzo.

Dimarco spezza il digiuno: sei mesi dopo torna il gol che vale

Importanza: 9/10

Federico Dimarco è tornato. Dopo sei mesi di digiuno, l'esterno nerazzurro ha ritrovato la via del gol nel momento più importante, sbloccando Inter-Sassuolo con un rasoterra da biliardo che ha fatto esplodere San Siro. L'ultima volta era stato a marzo, con quella punizione maradoniana al Maradona contro il Napoli, prima che Billing rovinasse la festa e che un problema muscolare lo fermasse proprio in quella partita.

Da allora, Federico se l'è portata dietro quella fatica, anche in questa stagione. Poi ecco le accelerazioni delle sue: l'assist col compasso per Thuram nel derby d'Italia (perfetto quanto inutile) e finalmente il gol che conta davvero. Il punto è questo: quando Dimarco gira, l'Inter cambia marcia. Non è un caso che da quando è tornato nella famiglia nerazzurra, nel 2021-22, tra terzini ed esterni di centrocampo sia il giocatore che ha partecipato a più reti in Serie A: 35 divise tra 16 gol e 19 assist.

Contro il Sassuolo ha giocato per tutti i 90 minuti (cosa rara negli anni passati) e ha mostrato il vero Dimarco: corre, si sbatte, si fa vedere continuamente in avanti, giova della frizzantezza di Sucic nelle sovrapposizioni. Credetemi, questo è il Federico che può fare la differenza nella corsa scudetto. La Gazzetta dello Sport lo celebra giustamente: "Se cercate un ponte tra la vecchia Inter e il nuovo corso targato Chivu, guardate a sinistra e troverete la risposta: Dimarco è il garante della transizione".

Le pagelle lo premiano con un 6,5, ma il valore va oltre i numeri. È il simbolo di un'Inter che vuole ripartire, che ha bisogno dei suoi leader per tornare a vincere. E quando Dimarco sorride, sorride anche San Siro.

Pio Esposito incanta San Siro: la rovesciata che ha fermato il tempo

Importanza: 8/10

San Siro spento? Lo accende Pio Esposito. In un Meazza tristemente silenzioso per le note vicende extra-calcio, l'unica eccezione portava il nome del giovane attaccante nerazzurro. Settantasette minuti di repertorio completo per il debutto da titolare a San Siro, vissuti da protagonista assoluto.

La rovesciata che ha fermato spazio e tempo: palla dentro verso il secondo palo, tocco di Dimarco, rovesciata di Pio e miracolo di Muric. Lì San Siro si è "freezato", come il cuore di Esposito pronto ad esplodere di gioia. Capitolo gioventù: a soli 20 anni, Pio sembra già un veterano. "Regge la pressione e i duelli, si completa con Thuram, sa fare tutto", le parole di Chivu che non lesina complimenti.

Andrea Ranocchia, dagli studi di Pressing, è stato ancora più netto: "È veramente strabiliante, una sicurezza in più. Gli manca il gol ma è questione di tempo. Si trova bene sia con Lautaro che con Thuram". Anche Christian Vieri ha elogiato la prestazione: "Ha fatto una grandissima partita, simile a quella di Amsterdam. Gioca per la squadra, va in profondità, tiene palla".

Ora, prestate attenzione: questo ragazzo ha tutto per diventare un crack del calcio italiano. L'umiltà e la fame che raramente si vedono nei giovani d'oggi, la capacità di farsi trovare pronto quando chiamato in causa. Come sottolinea la Gazzetta: "Sembra quasi che le caratteristiche del compagno di reparto facciano poca differenza". Il gol arriverà, ma intanto Pio ha già conquistato San Siro e il cuore dei tifosi.

Marotta lancia l'allarme stadio: Milano rischia la marginalità

Importanza: 8/10

Giuseppe Marotta non usa giri di parole: Milano sta correndo il rischio di diventare marginale nel panorama calcistico europeo. Il presidente dell'Inter ha lanciato un vero e proprio allarme durante il giro mediatico di ieri, da Radio Anch'io a Sport Mediaset, con un messaggio chiaro alla politica milanese.

"San Siro non può ospitare la finale di Champions e non sarà tra gli stadi di Euro 2032, tutto questo perché si è creato un dibattito politico con gente di trent'anni fa, molto conservatori", ha tuonato Marotta. Il paragone con Wembley è impietoso: "Come è stato abbattuto Wembley, anche qui serve la stessa cosa. La struttura è fatiscente, serve una manutenzione continua".

I numeri parlano chiaro e fanno male: negli ultimi 10 anni in Europa sono stati costruiti 153 nuovi stadi (28 in Turchia, 23 in Polonia, 16 in Russia, 12 in Inghilterra), mentre l'Italia ne ha ristrutturati solo 3. Il punto è questo: Inter e Milan al massimo incassano 80 milioni a stagione dallo stadio, quando ci sono club che arrivano a 300 milioni.

"Vorremmo costruire lo stadio a Milano, ma se ci fossero difficoltà ci guarderemmo attorno", ha avvertito Marotta, citando esplicitamente Rozzano come alternativa. L'investimento sarebbe totalmente privato (un miliardo e mezzo di euro) e porterebbe "grandissimi vantaggi alla città in termini di turismo, occupazione, attrattività".

Credetemi, questo non è solo un problema dell'Inter o del Milan: è un problema di sistema che rischia di far perdere competitività al calcio italiano. La classe politica deve decidere se vuole una Milano protagonista o marginale nel calcio europeo.

Tudor capopopolo Juve: quelle parole che hanno risvegliato le coscienze

Importanza: 7/10

"Se si sta zitti e buoni e si subisce soltanto non va bene". Boom. Di tutto il flusso di coscienza di Igor Tudor al Bentegodi resta questa frase, poche parole che hanno un effetto devastante. Perché fanno riemergere vecchi fantasmi, risvegliano l'orgoglio della gente e vanno dritte alla pancia dei tifosi juventini.

Rappresenta un fatto inedito, almeno in casa Juve: ascoltare un allenatore bianconero che si esprime con questa fermezza dopo appena quattro giornate, con 10 punti in classifica, è già storia. Tudor ha espresso tutto il proprio disappunto per la direzione di Rapuano (rigore dubbio per il tocco di braccio di Joao Mario, mancata espulsione di Orban per la gomitata a Gatti), ma senza perdere la bussola.

Il risveglio delle coscienze è stato immediato. I tifosi hanno trovato in quelle parole l'eco di tante dinamiche subite in silenzio: i 10 punti di penalizzazione del 2023 per il caso plusvalenze, i recenti episodi che hanno coinvolto Yildiz, Kalulu e Cambiaso trattati diversamente da quello di Orban. Come sottolinea Tuttosport: "Con la sua frase ha risvegliato tante coscienze ferite, incontrando un consenso unanime".

Solo Conte e Allegri, pur con tempi e metodi diversi, a tratti hanno saputo toccare quelle corde. Capitolo comunicazione: avere il tifoso emotivamente in pugno, mai come in un momento di assestamento come questo, può dare grandi benefici. Tudor lo sa, ma dalla prossima partita dovrà dimostrare tutto sul campo.

La Juventus, innanzitutto, è senso di responsabilità, non cultura dell'alibi. Ma stavolta il popolo bianconero ha sentito la voce di un allenatore che non ha paura di dire quello che pensa.

Napoli a punteggio pieno: Conte prova la fuga solitaria

Importanza: 7/10

Il Napoli vola e Antonio Conte sorride. Quattro vittorie in quattro partite, 12 punti e vetta solitaria della classifica dopo il 3-2 al Pisa che ha chiuso la quarta giornata. I campioni d'Italia hanno dimostrato di essere l'unica squadra davvero pronta per la lotta scudetto, mentre le altre big arrancano tra problemi tattici e di continuità.

Gilmour, Spinazzola e Lucca i marcatori di una serata che ha confermato la solidità del progetto contiano. "Partire con quattro vittorie non è semplice per nessuno, averlo fatto ci dà grande soddisfazione", ha dichiarato Conte, che però predica calma: "Questo per noi sarà l'anno più complesso perché abbiamo dovuto costruire una rosa da zero".

Il segreto del Napoli? La mentalità vincente dell'allenatore salentino, che ha trasformato una squadra reduce dal decimo posto in una macchina da guerra. Come evidenzia la Gazzetta: "Dalla difesa all'attacco, tutto funziona perfettamente: 6 gol fatti e solo 1 subito nelle prime tre gare".

Mentre Juventus, Inter e Milan devono ancora trovare la quadra, il Napoli macina gioco e punti. Ora, prestate attenzione: Conte ha costruito un gruppo che sa soffrire e vincere, con alternative di qualità in ogni reparto. Il prossimo test sarà contro il Milan a San Siro, uno scontro diretto che può dire molto sulle ambizioni scudetto.

L'ex nerazzurro Politano, sempre più importante nel progetto, è pronto al rinnovo fino al 2028. Un segnale chiaro: a Napoli si pensa in grande.

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Approfondimenti e letture consigliate per esplorare ulteriormente gli argomenti trattati

Mercato e movimenti: Benjamin Pavard festeggia il primo trionfo nel Classique con il Marsiglia che batte il PSG 1-0. Il difensore francese, arrivato in prestito dall'Inter, sta convincendo con De Zerbi. Settore giovanile: Kamate Issiaka rinnova con l'Inter U23 dopo il titolo Under 20, mentre le Inter Women si preparano alla sfida contro la Juventus in Serie A Women's Cup. Analisi tattiche: Fabio Capello fotografa la situazione: "Finora è l'Inter di Inzaghi con Chivu in panchina, alcuni giocatori sono ancora sotto ritmo". Nazionali: Vincenzo Montella elogia Calhanoglu: "Straordinario, nel suo ruolo ce ne sono altri due-tre al mondo del suo livello". Ricordi: Karl-Heinz Rummenigge ricorda i tempi dell'Inter: "Il gol più bello me lo annullarono in acrobazia contro i Rangers nel 1984".

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