Inter
25 settembre 2025

San Siro verso il voto decisivo, Chivu rinvia la rivoluzione e Acerbi si confessa

Riassunto

San Siro verso il voto decisivo del 29 settembre con Foster e Manica già al lavoro, mentre La Russa propone di salvare il Meazza. Chivu rinvia la rivoluzione tattica e torna al 3-5-2 di Inzaghi per mancanza di rinforzi mirati. Acerbi si confessa: finale PSG persa per stanchezza mentale, fiducia totale in Chivu ma rottura definitiva con Spalletti. Lautaro pronto per il Cagliari sua vittima preferita, Bonny in dubbio per la caviglia. Il Venezia elimina il Verona ai rigori e sfiderà l'Inter negli ottavi di Coppa Italia.

San Siro, voto decisivo lunedì: Foster e Manica già al lavoro mentre La Russa chiede di salvare il Meazza

Importanza: 9/10

Il momento della verità è arrivato. Lunedì 29 settembre il Consiglio Comunale di Milano voterà sulla vendita di San Siro a Inter e Milan, e le squadre hanno già scelto di non aspettare: Lord Norman Foster e lo studio Manica sono stati incaricati del progetto per il nuovo stadio. Un segnale forte, quello dell'affidarsi all'archistar britannica che ha firmato opere come l'Apple Park di Cupertino, gli aeroporti di Hong Kong e Pechino, e il masterplan dell'area del Wembley Stadium.

La "conta" in Consiglio si preannuncia serrata: servono 25 voti favorevoli e la maggioranza ne ha solo 23. Gli indecisi sono Monica Romano del Pd (che sembra orientata verso il sì) e Marco Fumagalli della lista Sala. Il centrodestra oscilla tra no e astensione, ma le riserve non dovrebbero sciogliersi prima del dibattito. Il tempismo dell'annuncio su Foster non è casuale: Milan e Inter sono in pressing per convincere gli ultimi dubbiosi.

Ma c'è chi non ci sta. Ignazio La Russa, presidente del Senato e piccolo azionista dell'Inter, propone una soluzione diversa: "Milano ha bisogno di un nuovo stadio, ma non a costo di abbattere San Siro. Si poteva, e forse si può ancora, costruirne uno mantenendo l'attuale, che ha valore economico e può ospitare eventi". Una posizione che riflette il dilemma di Fratelli d'Italia: dire sì al nuovo stadio significherebbe accettare la demolizione del Meazza.

Non mancano le polemiche sulla trasparenza dell'operazione. L'avvocato Gian Gaetano Bellavia, esperto di diritto penale dell'economia, solleva dubbi sui fondi che controllano i due club: "Non si sa a chi si sta vendendo un bene pubblico. Un fondo di investimento è un contenitore, una scatola. Gli americani sono molto esperti nei paradisi fiscali e dell'anonimato". Il punto è questo: si tratta di vendere un bene pubblico a soggetti la cui identità ultima rimane nebulosa, nascosta dietro una ragnatela di società offshore.

Credetemi, lunedì sarà una giornata storica per Milano e per il calcio italiano. Foster ha già dimostrato di saper coniugare funzionalità e bellezza architettonica, ma la vera partita si gioca sui banchi del Consiglio Comunale. Ora, prestate attenzione: se il voto dovesse passare, San Siro come lo conosciamo avrà i giorni contati. Se dovesse fallire, Inter e Milan dovranno tornare al piano B, con tutti i ritardi che ne conseguirebbero.

Chivu rinvia la rivoluzione: è ancora l'Inter di Inzaghi, il mercato non ha aiutato

Importanza: 8/10

Lontani i propositi iniziali di ribaltamento totale. Cristian Chivu ha riposto nel cassetto l'intenzione ambiziosa di cambiare volto ai vicecampioni d'Europa per tornare bruscamente sulla vecchia rotta. L'utopia si è persa tra le onde, anche perché la scialuppa del mercato non è venuta in soccorso: impossibile partire davvero senza nuovi marinai specializzati.

Il tecnico romeno ha fatto subito i conti con la realtà e ha messo da parte i suoi ideali: Calhanoglu ripiazzato al comando in mezzo al campo e canonico 3-5-2 d'ordinanza. La decisione si spiega facilmente: manca un centrocampista muscolare che permetta di passare a una mediana a due. Per rovesciare il destino sarebbe bastato Manu Koné, centurione giallorosso a lungo bramato dal tecnico e sogno per la prossima estate.

Non bastasse, in un centrocampo di piedi buoni e soprattutto in una inesplorata trequarti non sono arrivati degli assaltatori specializzati, giocatori dotati di cambio di passo e dribbling. Lookman, o anche solo un replicante del nigeriano, avrebbe permesso di associarsi alle punte in modo differente. Insomma, lo schema interista è rimasto lo stesso, quello inzaghiano, che prima degli ultimi mesi aveva comunque toccato vette esaltanti.

Chivu, uomo di mondo che la vita ha sballottato dai Carpazi all'Italia passando per i canali di Amsterdam, ha imparato a sognare in grande ma sa dove lanciare l'àncora per evitare rischi. Conosce la tranquillità che può dare il solito Calhanoglu incastrato tra due palleggiatori. Sa che se non si può fare la rivoluzione, è meglio governare il presente con le solite mezzali.

Un'idea di pressing moderno e più alto e di calcio verticale è ben visibile tra le pieghe di questo inizio stagione, ma sono altrettanto evidenti alcuni difetti congeniti e le vecchie trame di gioco. Le uniche novità restano Akanji e Sucic, mentre in attacco Bonny ed Esposito sembrano poter assicurare un contributo maggiore rispetto ai vari Taremi, Arnautovic e Correa.

Per il resto, siamo fermi ancora all'Inter di Inzaghi, con le stesse facce e gli stessi difetti. La transizione reale da un allenatore all'altro è ancora all'inizio, ma Chivu fa bene ad avere nel mirino Conte: prima di fuggire da Milano, Antonio aveva strappato uno scudetto prendendo 7 gol nei primi 360' e risalendo tra le onde fino alla vetta.

Acerbi si confessa: dalla finale PSG a Spalletti, "Mi sono sentito usato ma per l'Inter ci sarò sempre"

Importanza: 7/10

Francesco Acerbi si mette a nudo. Nella lunga intervista a Sky Sport per la presentazione del suo libro "Io, Guerriero", il difensore nerazzurro non risparmia nessuno: dalla finale di Monaco alle incomprensioni con Spalletti, fino agli elogi per Chivu. Un racconto senza filtri di un uomo che ha attraversato malattia, rinascita e delusioni.

Capitolo finale di Champions League. "Dopo la partita ci siamo guardati tra noi e non eravamo neanche incavolati perché era stata talmente tanto una partita finita non appena era cominciata", confessa Acerbi. La spiegazione è cruda ma onesta: "Ho visto stanchezza mentale: avevamo fatto Bayern, Barcellona, dovevamo vincere con la Lazio e abbiamo pareggiato, eravamo a Como col campionato in ballo... Avevamo sprecato tante energie mentali fino a quel momento".

Poi il PSG: "Ci eravamo caricati tanto per quella partita perché battere Bayern e Barcellona dici 'qua vinci eh'. Tante persone dicevano che eravamo favoriti, avevamo questa pressione, la stanchezza... E siamo arrivati un po' scarichi". Il punto è questo: anche i campioni sono umani, e quella notte di Monaco ha pesato come un macigno su tutto l'ambiente.

Ma basta con lo shock della finale, tuona Acerbi. "Siamo grandi e vaccinati. Fa malissimo quella sconfitta, ma abbiamo avuto dei mesi per pensarci, poi però quando si riparte bisogna resettare e andare avanti come in ogni cosa". Su Chivu le parole sono al miele: "Si vede che ha giocato e vinto con gruppi forti. Gli allenamenti sono diversi da quelli con Inzaghi, sono belli intensi. Mi ha molto stupito in positivo".

Capitolo Spalletti: qui Acerbi non perdona. "Nel momento in cui non sono andato all'Europeo perché mi sono operato, non ho ricevuto nessuna chiamata. Spalletti mi aveva chiamato la mattina dicendomi quasi scusa, mi ha fatto capire che avrei fatto la partita con la Norvegia e poi basta. A 37 anni mi sento un poco usato. Non sono Messi, non sono Pelé, ma dopo quello che è successo mi richiami dicendomi queste cose?"

Credetemi, le parole di Acerbi fotografano perfettamente lo spirito di questo gruppo: la voglia di riscatto dopo Monaco, la fiducia in Chivu e quella fame che non si spegne mai. "Per me il calcio è molto importante. Ho sempre detto che fin quando giocherò ci sarò sempre per la Nazionale", conclude il guerriero di Appiano.

Inter verso Cagliari: Lautaro torna titolare, Bonny in dubbio per la caviglia

Importanza: 7/10

Lautaro Martinez prenota Cagliari. Il capitano nerazzurro è pronto a riprendersi la maglia da titolare dopo aver smaltito definitivamente i problemi alla schiena che lo avevano condizionato nelle ultime settimane. L'argentino si è "fermato" al Torino: risale al 25 agosto il primo e finora unico gol stagionale del Toro. Un mese fa. Poi la serata no con l'Udinese e la sosta nazionali che ha restituito un Lautaro stanco e dolorante.

Ora, però, è arrivato il momento di ripartire. La sua importanza è vitale per l'Inter e Chivu lo sa bene, per questo motivo ha preferito gestirlo dopo la sosta, senza forzarne l'impiego. Ormai il peggio sembra passato e con il Cagliari ci sarà al cento per cento dal primo minuto. La coincidenza vuole che quella con i rossoblù sia una gara molto particolare per lui: proprio contro il Cagliari ha segnato il suo primo gol italiano, il 29 settembre 2018.

Da allora, con la maglia nerazzurra il Toro ha festeggiato altre 153 volte. La formazione isolana è quella a cui, in assoluto, ha rifilato più dispiaceri: ben undici in altrettanti incroci. Lautaro, contro il Cagliari, è anche in serie sì aperta da cinque gare, nelle quali ha messo insieme ben sette reti. Il bilancio dei confronti parla chiaro: nove vittorie, un pareggio e una sconfitta.

Capitolo Bonny: brutte notizie da Appiano. L'attaccante francese non ha preso parte all'ultimo allenamento a causa di un problema alla caviglia. Le sue condizioni saranno monitorate giorno dopo giorno dallo staff, ma Chivu potrebbe dover fare a meno del suo attaccante per la prossima partita. Un colpo alla caviglia che mette in dubbio la sua presenza contro i sardi.

Se Lautaro è da considerare una certezza per il match di sabato sera, qualche dubbio in più esiste su chi lo affiancherà per completare il reparto offensivo. Thuram, che ha giocato sempre da titolare tutti e cinque gli incontri di questo inizio stagione segnando altrettante reti, potrebbe aver bisogno di rifiatare. Se Tikus dovesse riposare, scatterebbe il ballottaggio tra Pio Esposito e Bonny, sempre che quest'ultimo recuperi dall'infortunio.

L'obiettivo dello staff nerazzurro è far tornare il Toro titolare e in forma per la trasferta in Sardegna, con la speranza che possa anche ritrovare la via del gol. Credetemi, vedere Lautaro di nuovo al centro del progetto è il segnale più importante per la risalita dell'Inter.

Coppa Italia: il Venezia elimina il Verona ai rigori e sfiderà l'Inter agli ottavi

Importanza: 6/10

Salta il banco al Bentegodi. Il Venezia di Giovanni Stroppa ha compiuto l'upset eliminando l'Hellas Verona ai calci di rigore e conquistando il pass per gli ottavi di finale di Coppa Italia contro l'Inter. Una partita bloccata sullo 0-0, condizionata anche dal nubifragio che si è abbattuto sullo stadio con tanto di sospensione momentanea per grandine.

Un incontro privo di vere palle gol, figlio del massiccio turnover tanto di Zanetti quanto di Stroppa. Le ultime cinque sfide tra Verona e Venezia avevano sempre visto entrambe le squadre andare in gol, ma stavolta l'equilibrio ha regnato sovrano per novanta minuti. A poco sono serviti gli inserimenti di Giovane e Orban nel finale per i padroni di casa.

La contesa si è risolta, esito consequenziale di una partita monotona, ai calci di rigore. A vincere sono stati i lagunari per 5-4, segnando tutti i rigori tirati. Per il Verona è stato fatale il secondo rigore, parato da Plizzari a Ebosse. L'estremo difensore del Venezia si è rivelato il grande protagonista della serata, compiendo parate decisive anche durante i tempi regolamentari.

Decisivo il rigore di Nunzio Lella per regalare ai lagunari la sfida di San Siro contro l'Inter. Un traguardo importante per il Venezia, che dopo la retrocessione della scorsa stagione sta cercando di ricostruire le proprie ambizioni. La formazione arancioneroverde aveva già dato segnali positivi liquidando la pratica Mantova con un roboante 4-0 nel turno precedente.

Per l'Hellas, invece, l'eliminazione brucia particolarmente dopo il prestigioso pareggio casalingo contro la Juventus in campionato. Gli scaligeri di Paolo Zanetti avevano sofferto parecchio già al debutto eliminando l'Audace Cerignola solo ai calci di rigore, segno che la Coppa Italia non è mai stata una priorità assoluta.

Ora il Venezia si prepara alla sfida della vita a San Siro. Affrontare l'Inter negli ottavi di finale rappresenta un'occasione unica per la squadra di Stroppa, che potrà testare le proprie ambizioni contro una delle big del calcio italiano. Per i nerazzurri, invece, sarà l'occasione per dare continuità al percorso in coppa e magari concedere spazio a chi ha giocato meno in campionato.

Da Leggere Più Tardi

Approfondimenti e letture consigliate per esplorare ulteriormente gli argomenti trattati

Mercato e prospettive future: Federico Pastorello vede il Napoli favorito per lo scudetto grazie alla rosa completa messa a disposizione di Conte. Intanto la Juventus pensa a Milinkovic-Savic per gennaio, con Tudor che ha bisogno di qualità e quantità a centrocampo. Settore giovanile: Zvonimir Boban esalta Pio Esposito paragonandolo a Dzeko, pur evidenziando la differenza di velocità. L'Inter U23 si prepara alla sfida contro la Triestina all'U-Power Stadium. Eurorivali: Brutta notizia per il Liverpool con Giovanni Leoni che si rompe il crociato all'esordio e salterà la sfida di Champions contro l'Inter. Analisi tattiche: Andrea Stramaccioni analizza l'Inter evidenziando come la squadra prenda gol con troppa facilità, mentre Mircea Lucescu elogia l'intelligenza di Chivu che conosce perfettamente l'ambiente nerazzurro.

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