AI Power Play: Quando i miliardi parlano più forte della sicurezza

Ecco la verità: mentre tutti parlano di sovranità digitale europea, Nvidia ha appena messo 1,2 miliardi sul tavolo per costruire quello che definisce il "primo Industrial AI Cloud al mondo" insieme a Deutsche Telekom. Il data center di Monaco sarà equipaggiato con 10.000 GPU Blackwell e andrà online all'inizio del 2026.

Jensen Huang non usa mezzi termini: "Questi computer sono le versioni moderne delle fabbriche. Sono fabbriche di intelligenza". SAP fornirà lo stack software, mentre aziende come Agile Robots e Perplexity sono già in fila per utilizzare l'infrastruttura.

Ma il vero punto è questo: l'Europa vuole ridurre la dipendenza dai fornitori di infrastrutture straniere, ma finisce per affidarsi ancora di più a Nvidia. L'UE ha stanziato 200 miliardi di euro per le "AI gigafactories", ma alla fine sono sempre le stesse aziende americane a controllare il gioco. La sovranità digitale europea sembra più un wishful thinking che una realtà concreta.

Nessuno vuole dirlo, ma l'AI Act europeo - la prima legislazione completa al mondo sull'intelligenza artificiale - sta già mostrando crepe prima ancora di entrare pienamente in vigore. La Commissione Europea sta considerando di concedere un "periodo di grazia" di un anno alle aziende che violano le regole sull'AI ad alto rischio.

La pressione arriva da due fronti: Trump minaccia tariffe sui paesi con regolamentazioni tech "discriminatorie", mentre 46 aziende europee - incluse Airbus, Lufthansa e Mercedes-Benz - chiedono una pausa di due anni per "implementazione ragionevole".

Meta ha già rifiutato di firmare il codice di condotta, con Joel Kaplan che sostiene che l'Europa "sta imboccando la strada sbagliata sull'AI". Il risultato? L'Europa rischia di annacquare la sua stessa legislazione prima che abbia effetto. Le nuove proposte potrebbero essere pubblicate il 19 novembre, ma il messaggio è chiaro: quando i soldi parlano, anche le regole più ambiziose ascoltano.

Dimentichiamo l'hype e parliamo di fatti: Notion ha completamente ricostruito la sua architettura per supportare GPT-5 e gli agenti AI autonomi. Non stiamo parlando di semplici aggiornamenti, ma di un rebuild completo che sostituisce le catene di prompt specifiche con un modello di ragionamento centrale che coordina sotto-agenti modulari.

I risultati dei test interni sono impressionanti: 7,6% di miglioramento rispetto ai modelli all'avanguardia, 15% di performance migliori sulle domande difficili di Research Mode, e un miglioramento del 100%+ sui task multi-step strutturati. Ma c'è un dettaglio interessante: Notion ha progettato i suoi agenti per funzionare da secondi a minuti, fino a 20 minuti per i workflow in background.

Il punto cruciale è questo: non importa quanto velocemente risponde il modello, ma quanto tempo restituisce all'utente. OpenAI usa Notion per coordinare progetti, mentre Notion usa l'AI di OpenAI - un feedback loop che accelera lo sviluppo di entrambe le piattaforme. Stiamo assistendo alla nascita di un ecosistema dove l'AI non è più uno strumento, ma un collaboratore autonomo.

Ecco una startup che affronta un problema reale: 300 milioni di persone rischiano inondazioni di routine entro il 2050, e costruire dighe costerebbe 400 miliardi di dollari solo negli Stati Uniti. La soluzione di Terranova? Sollevare le città invece di contenere l'acqua.

I loro robot autonomi iniettano una miscela di scarti di legno nel terreno a 40-60 piedi di profondità, sollevando gradualmente il territorio. San Rafael, California, sta affondando di mezzo pollice all'anno - alcuni quartieri sono già tre piedi sotto il livello del mare. Terranova promette di sollevare 240 acri di quattro piedi per 92 milioni di dollari, contro i 500-900 milioni delle dighe tradizionali.

La startup ha appena raccolto 7 milioni di dollari in un round seed guidato da Congruent Ventures, con una valutazione di 25,1 milioni. Il CEO Laurence Allen è nato e cresciuto a San Rafael: "Voglio davvero salvare la città". Finché la miscela di legno rimane bagnata sottoterra, non dovrebbe decomporsi, e l'azienda può vendere crediti di carbonio per compensare i costi.

Ken Paxton non usa giri di parole: il procuratore generale del Texas ha fatto causa a Roblox accusando la piattaforma di dare priorità ai "pixel pedophiles" e ai profitti rispetto alla sicurezza dei bambini. Con 151,5 milioni di utenti attivi giornalieri, molti dei quali minori, Roblox è diventata un "terreno di caccia per predatori".

La causa segue quelle simili di Louisiana, Kentucky e Florida, oltre a numerose cause intentate da famiglie. Il problema non è nuovo: il rapporto Hindenburg dell'autunno scorso aveva già descritto un "inferno pedofilo a luci rosse" all'interno della piattaforma, con bambini esposti a grooming, pornografia e contenuti violenti.

Roblox risponde di aver implementato "oltre 145 misure di sicurezza solo quest'anno", inclusi sistemi di verifica dell'età tramite scansione facciale e AI per rilevare segnali precoci di pericolo per i minori. Ma il vero problema è strutturale: come tutte le piattaforme social, Roblox si nasconde dietro la Sezione 230 per evitare responsabilità per le azioni degli utenti. Finché i ricavi crescono, la sicurezza dei bambini rimane una priorità secondaria.