Ecco la verità sui miliardi che stanno ridisegnando l'AI

AWS ha appena lanciato Project Rainier, uno dei più grandi data center AI al mondo con 1.200 acri in Indiana. Mezzo milione di chip Trainium2 per addestrare Claude di Anthropic, con piani per superare il milione entro fine anno. Costo? 11 miliardi di dollari. Solo per il primo stadio.

Ma la vera storia è dall'altra parte del Pacifico. Jensen Huang è volato in Corea del Sud per la prima volta in 15 anni - non per turismo, ma per firmare accordi che ridisegneranno l'equilibrio tecnologico globale. Oltre 260.000 GPU Nvidia per la Corea del Sud, partnership con Samsung per una AI Megafactory, collaborazioni con Hyundai per 50.000 GPU Blackwell.

Dimentichiamo l'hype e parliamo di numeri: AWS cresce del 20% anno su anno, il ritmo più veloce dal 2022. Ricavi di 33,1 miliardi nei primi nove mesi. "Stiamo aggiungendo capacità più velocemente di quanto riusciamo a monetizzarla", ammette Andy Jassy. Traduzione: la domanda è così folle che non riescono a stare al passo.

La domanda scomoda che nessuno fa: con questi investimenti miliardari, chi controlla davvero il futuro dell'AI? Non sono più le startup innovative, ma chi ha le tasche più profonde per comprare i chip.

OpenAI ha completato la sua ristrutturazione e rinegoziato l'accordo AGI con Microsoft. Ma ecco il dettaglio che dovrebbe farvi riflettere: l'AGI - Artificial General Intelligence - sarà "dichiarata da un panel di esperti". Non dall'AGI stessa, non da test oggettivi. Da esperti.

La storia dell'acronimo AGI è più interessante delle sue implicazioni. Mark Gubrud lo coniò nel 1997 in un paper quasi dimenticato, definendolo come "sistemi AI che rivalizzano o superano il cervello umano in complessità e velocità". Ben Goertzel e Shane Legg lo ripresero nei primi anni 2000, quando l'AI Winter stava finendo.

Ma il vero problema è questo: OpenAI ha trasformato quello che doveva essere un momento di singolarità tecnologica in una decisione burocratica. Un comitato deciderà quando avremo raggiunto l'intelligenza generale artificiale. Pensateci: stiamo parlando di una tecnologia che potrebbe cambiare tutto, e la sua definizione dipenderà da una riunione.

Il nuovo accordo con Microsoft è un capolavoro di ambiguità. Cosa succede quando il panel dichiara che abbiamo raggiunto l'AGI? Chi controlla cosa? Le risposte sono deliberatamente vaghe, nascoste dietro comunicati stampa che suonano più come contratti assicurativi che annunci tecnologici.

Perplexity ha firmato un accordo pluriennale con Getty Images. Dopo mesi di accuse di scraping illegale e plagio, la startup dell'AI search ha deciso che forse è meglio pagare per i contenuti invece di prenderli.

Ma questo accordo è diverso dai soliti deal di licensing AI. Perplexity non può addestrare i suoi modelli sui dati di Getty - può solo linkare alle immagini, come fa Google. È più un accordo di partnership tradizionale che un feeding frenzy per i dati di training.

Il nuovo tool per la ricerca brevetti è intelligente: usa il linguaggio naturale invece di stringhe di keyword. Cercate "fitness trackers" e trova anche brevetti per "activity bands" e "step-counting watches". Funziona anche per prior art in paper accademici e repository software.

Quello che non vi stanno dicendo: Perplexity era già nel Publishers' Program di Getty da oltre un anno, condividendo ricavi pubblicitari. Questo nuovo accordo è un upgrade, ma solleva domande sui creatori che hanno accordi diretti con Getty. Cosa succede quando Perplexity genera contenuti simili a quelli che linka, ma più economici?

Bill Peebles, che guida il team Sora, ha detto la verità che tutti sapevano: "L'economia di Sora è attualmente completamente insostenibile". Ecco perché ora potete comprare crediti extra: 10 generazioni video per 4 dollari.

I power user "chiaramente" non sono soddisfatti dei limiti gratuiti - 100 generazioni per i Pro, 30 per tutti gli altri. OpenAI vuole che i creator "ottengano tutto l'uso per cui sono disposti a pagare". Traduzione: se volete giocare con l'AI video, tirate fuori il portafoglio.

Ma il vero business è altrove: Meta ha comprato quasi 1 gigawatt di energia solare questa settimana. Tre accordi che portano il totale dell'anno oltre i 3 gigawatt. Il problema? Due di questi accordi in Louisiana sono solo certificati ambientali, non energia diretta.

Gli esperti sono scettici sui certificati EAC - Environmental Attribute Certificates. Erano utili quando le rinnovabili costavano di più, ora che il solare è economico, questi certificati "oscurano la vera impronta carbonica" delle big tech. Se Meta vuole davvero compensare l'uso energetico dell'AI, dovrebbe incentivare nuova capacità rinnovabile, non comprare certificati.

Gli azionisti di Core Scientific hanno rifiutato un'offerta da 9 miliardi di CoreWeave. Il motivo? Pensano di poter diventare la prossima CoreWeave da soli. Questo è un segnale lampante che siamo in una bolla AI.

Traduzione: gli investitori stanno rifiutando acquisizioni miliardarie perché credono che le loro aziende valgano ancora di più nel mercato AI. Core Scientific è passata da crypto mining a data center AI, proprio come CoreWeave che ora vale 66 miliardi.

CoreWeave non si è fermata: ha comprato Marimo, un competitor open-source di Jupyter Notebook. I notebook Python sono strumenti dev che combinano codice e testo, perfetti per l'analisi dati e lo sviluppo di app AI.

Dall'altra parte, Adam ha raccolto 4,1 milioni per il suo tool text-to-3D virale. "Ricevevamo term sheet via email senza nemmeno incontrarci", dice il CEO Zach Dive. Quando i VC mandano soldi senza meeting, sapete che il mercato è surriscaldato.

La domanda che dovremmo farci: se tutti rifiutano acquisizioni miliardarie aspettando valutazioni ancora più alte, cosa succede quando la musica si ferma?