Tech Reality Check: Quando l'Hype Incontra la Realtà

Ecco la verità che nessuno vuole dirvi: stiamo assistendo al più grande spreco di denaro della storia tech. Rodney Brooks, co-fondatore di iRobot e leggenda del MIT, ha appena demolito l'intera industria dei robot umanoidi con una frase: "puro pensiero fantasioso".

Mentre Tesla e Figure bruciano miliardi cercando di insegnare ai robot guardando video umani, Brooks spiega perché è impossibile: le mani umane hanno 17.000 recettori tattili specializzati che nessun robot può replicare. Ma il vero problema è la fisica brutale - un robot due volte più grande ha otto volte l'energia distruttiva quando cade.

E poi c'è stato lo spettacolo imbarazzante di Zuckerberg al Meta Connect. Quattro tentativi falliti per una videochiamata con gli smart glasses, AI che dà consigli sbagliati a uno chef, e un "neural interface" che non riesce nemmeno a rispondere al telefono. Il CEO che parla di "superintelligenza" mentre la sua demo crolla in diretta.

Intanto, la startup Friend ha bruciato oltre 1 milione di dollari in pubblicità della metro di New York per vendere un dispositivo da 129$ che ti spia 24/7. I newyorkesi hanno risposto vandalizzando i poster con scritte come "capitalismo di sorveglianza".

Volkswagen gioca la carta nostalgia con la ID.3 GTX Fire+Ice, rievocando la leggendaria Golf del 1990 ma in versione elettrica. 1.990 unità a 54.400 euro, complete di ChatGPT integrato e head-up display AR. Un tentativo intelligente di vendere il futuro con il fascino del passato.

Ma la vera storia è quella di Fisker: 11.000 clienti abbandonati dopo il fallimento dell'azienda, con auto da 70.000 dollari ridotte a "costosi ornamenti da vialetto". Henrik Fisker è sparito nel nulla, lasciando i proprietari con veicoli pericolosi che si spengono durante le curve.

Quello che non vi stanno dicendo è che questi clienti hanno fatto qualcosa di straordinario: si sono trasformati nella loro compagnia automobilistica. La Fisker Owners Association raccoglie 3 milioni di dollari l'anno, sviluppa app proprietarie e gestisce una catena globale di ricambi. È la prima flotta EV completamente controllata dai proprietari nella storia.

Hyundai, più saggiamente, presenta l'Insteroid - una concept ispirata ai videogame che non prende troppo sul serio se stessa - e la Ioniq 9, un SUV elettrico che punta sulla sostanza.

I ricercatori di Stanford hanno finalmente dato un nome al problema che tutti stavamo vivendo: "workslop". È il lavoro generato dall'AI che sembra buono ma è completamente inutile, costringendo tutti gli altri a rifare tutto da capo.

Uno studio su 1.150 dipendenti americani rivela che il 40% ha ricevuto workslop nell'ultimo mese. Dimentichiamo l'hype e parliamo di fatti: il 95% delle organizzazioni che hanno provato l'AI riporta zero ritorno sull'investimento. Coincidenza?

Il workslop "sposta il carico di lavoro a valle", obbligando chi riceve il contenuto a interpretare, correggere o rifare tutto. È l'equivalente digitale di ricevere un rapporto scritto da qualcuno che non ha capito l'argomento ma ha usato parole complicate per nasconderlo.

Ma il vero problema è culturale: i leader aziendali stanno spingendo l'adozione dell'AI senza stabilire linee guida chiare. Il risultato? Colleghi che scaricano su ChatGPT il loro lavoro e poi ti passano il risultato grezzo, aspettandosi che tu lo trasformi in qualcosa di utilizzabile.

Seoul ha dichiarato guerra tecnologica a OpenAI e Google con un investimento di 390 milioni di dollari in cinque aziende locali. L'obiettivo? Creare modelli linguistici che capiscano davvero la cultura coreana, non le traduzioni approssimative dei giganti americani.

LG AI Research punta sull'efficienza invece che sulla forza bruta, usando dati industriali reali da biotech a manifatturiero. SK Telecom ha già 10 milioni di utenti per il suo assistente A., mentre Naver - l'unico con un vero "AI full stack" - integra l'intelligenza artificiale in ricerca, shopping e mappe.

La strategia è brutalmente semplice: ogni sei mesi il governo taglia i perdenti, finanzia i vincitori, fino a lasciarne solo due in piedi. È capitalismo di stato applicato all'AI, e potrebbe funzionare meglio del caos della Silicon Valley.

Upstage, l'unica startup del gruppo, ha già dimostrato che si può competere: il loro Solar Pro 2 con "solo" 31 miliardi di parametri batte modelli molto più grandi sui benchmark coreani. Efficienza contro dimensioni, localizzazione contro globalizzazione.

Il 30 settembre Amazon mostrerà se Panos Panay vale i soldi spesi per strapparlo a Microsoft nel 2023. L'ex-padre del Surface deve dimostrare che può rivoluzionare l'hardware Amazon come ha fatto con i tablet Microsoft.

I leak suggeriscono nuovi Echo (il modello standard non si aggiorna dal 2020), un Kindle Scribe a colori e possibilmente un Kindle "Petit Color" più piccolo. Ma la vera notizia potrebbe essere Vega OS - il sistema operativo che Amazon sta sviluppando per liberarsi da Android sulle Fire TV.

Alexa Plus, l'assistente AI potenziato ancora in early access, potrebbe finalmente uscire dall'ombra di ChatGPT e Gemini. Amazon ha bisogno di una vittoria dopo anni di prodotti hardware dimenticabili - ricordate gli Echo Buttons o il microwave Alexa-enabled?

Dietro le quinte, questo evento rappresenta il primo vero test per Panay nel mondo Amazon. Riuscirà a replicare il successo Surface, o finirà nel cimitero dei prodotti Echo insieme a Wall Clock e Echo Frames?