Inter
31 maggio 2025

Digest Inter: Vigilia di Monaco, Inzaghi e il destino nerazzurro

Riassunto

L'Inter vola verso la finale Champions di Monaco con Inzaghi che rimanda ogni decisione sul futuro a dopo la sfida col PSG. Tutti disponibili, anche Pavard recuperato. La Primavera nerazzurra conquista l'undicesimo scudetto di categoria battendo la Fiorentina 3-0. Marotta svela il nuovo corso Oaktree: investimenti sui giovani e maggiore sostenibilità. Nel valzer panchine, Conte resta al Napoli con De Bruyne in arrivo, Gasperini verso la Roma mentre la Juve resta a bocca asciutta.

Monaco, l'ora della verità: Inzaghi e l'Inter pronti per la storia

Importanza: 10/10

L'Allianz Arena di Monaco si prepara ad accogliere la storia. Domani sera, alle 21, l'Inter di Simone Inzaghi affronterà il PSG nella finale di Champions League che può cambiare tutto. E quando dico tutto, intendo proprio tutto: il destino di una squadra, di un allenatore, di un'intera stagione che ha oscillato tra il sublime e l'amaro.

Inzaghi si presenta all'appuntamento con la consapevolezza di chi ha già vissuto questo momento. "Rispetto a due anni fa abbiamo più esperienza - ha spiegato in conferenza stampa -. La sconfitta con il City ci ha insegnato come prepararci per una finale". Il tecnico piacentino ha tutti a disposizione, anche Pavard che "se starà bene giocherà dall'inizio". Una rosa al completo per l'ultima battaglia, quella che conta davvero.

Credetemi, le parole di Lautaro Martinez pesano come macigni: "Dovremo giocare in modo perfetto, perché è l'ultima partita". Il capitano argentino sa che questa finale può essere la consacrazione definitiva, non solo per lui (che punta al Pallone d'Oro) ma per tutto il gruppo. Barella, dal canto suo, ha confessato di aver "sognato tante volte di rigiocare la finale di Istanbul". E stavolta, ha aggiunto, "cercheremo di stare più attenti ai particolari".

Il punto è questo: l'Inter arriva a Monaco con una maturità diversa rispetto a due anni fa. Non più l'outsider coraggiosa, ma una squadra che sa di potersela giocare alla pari con chiunque. Lo ha dimostrato eliminando Bayern Monaco e Barcellona, due colossi che sulla carta valevano più dei nerazzurri. Zanetti, che di finali se ne intende, ha sottolineato come "questa squadra si diverte e gioca al calcio". E quando l'Inter si diverte, di solito sono dolori per gli avversari.

Capitolo futuro: Inzaghi ha glissato elegantemente, rimandando tutto a "lunedì o martedì" quando si incontrerà con la società. "Sto bene qui, ho tutto quello che voglio per lavorare bene", ha dichiarato. Ma l'ombra dell'Al-Hilal (50 milioni per due anni) continua a aleggiare. Una finale vinta potrebbe cambiare tutto, in un senso o nell'altro.

La conferenza della verità: Inzaghi tra presente e futuro

Importanza: 9/10

"Del futuro parleremo da lunedì". Simone Inzaghi ha chiuso così ogni discorso sul domani, concentrandosi unicamente sulla finale di Champions che può scrivere la storia. Ma le sue parole, pronunciate nella sala conferenze dell'Allianz Arena, hanno il peso di chi sa che questa potrebbe essere davvero l'ultima danza in nerazzurro.

L'allenatore dell'Inter si è presentato in conferenza con la serenità di chi ha fatto tutto il possibile per arrivare preparato all'appuntamento più importante. "Ho tutti disponibili, anche Pavard - ha spiegato -. Quest'anno, in 59 partite, è accaduto solo tre volte di avere tutta la rosa con me". Un lusso che Inzaghi sa di dover sfruttare al massimo contro un PSG che Luis Enrique ha trasformato in una macchina da guerra.

Capitolo tattico: il tecnico piacentino ha le idee chiare su come affrontare i parigini. "Sono primi in Champions per possesso palla - ha analizzato -. Dovremo essere bravi a giocare con tecnica togliendo loro il pallone". Una filosofia che l'Inter ha già applicato con successo contro Bayern e Barcellona, dimostrando di saper adattare il proprio gioco alle caratteristiche dell'avversario.

Ma è sul futuro che le parole di Inzaghi assumono un significato particolare. "Lunedì ci incontreremo con la società e parleremo in tranquillità per il bene dell'Inter", ha dichiarato. Una frase che sa di addio? Difficile dirlo, ma l'ombra dell'Arabia Saudita (con l'Al-Hilal pronto a offrire cifre astronomiche) continua a pesare come un macigno.

Ora, prestate attenzione a questo dettaglio: Inzaghi ha voluto accanto a sé Lautaro e Barella, "perché sono capitano e vice, hanno la maglia cucita addosso". Un gesto che la dice lunga sul rapporto con lo spogliatoio e sulla volontà di condividere responsabilità in un momento così delicato. "Abbiamo un sogno - ha concluso -: vogliamo regalare questo trofeo ai nostri tifosi". Anche a quelli della Curva Nord che, pur non essendo fisicamente a Monaco, "saranno con noi".

Primavera campione: l'Inter vince il suo undicesimo scudetto giovanile

Importanza: 8/10

Mentre la prima squadra si prepara per Monaco, la Primavera nerazzurra ha già fatto festa. Al Viola Park di Bagno a Ripoli, i ragazzi di Andrea Zanchetta hanno conquistato l'undicesimo scudetto di categoria della storia dell'Inter, schiantando la Fiorentina con un netto 3-0 che non ammette repliche.

Una finale dominata dall'inizio alla fine, con l'Inter che ha saputo colpire nei momenti giusti e gestire il vantaggio con la maturità di una squadra già abituata a vincere. Il vantaggio è arrivato al 20' con Bovo, bravo a ribadire in rete dopo una traversa di Re Cecconi su calcio d'angolo. Un gol che ha sbloccato la partita e dato fiducia ai nerazzurri, sempre più padroni del campo.

Nella ripresa, la Fiorentina ha provato a reagire sfiorando il pareggio con una punizione di Rubino che si è stampata sulla traversa. Ma l'Inter ha saputo colpire nei momenti chiave: all'81' Berenbruch ha raddoppiato con un inserimento da manuale sul secondo palo, dimostrando quella qualità che lo ha reso il migliore in campo della finale.

Il tris finale è arrivato all'88' con Lavelli, entrato da pochi minuti e subito decisivo con un contropiede perfetto chiuso con un potente mancino sotto la traversa. Una rete che ha chiuso definitivamente la pratica e scatenato la festa nerazzurra.

Capitolo significati: questo undicesimo titolo Primavera conferma la bontà del lavoro svolto nel settore giovanile dell'Inter, sempre più fucina di talenti per il futuro. Berenbruch, premiato come MVP della finale, rappresenta il simbolo di una generazione che sa vincere e che guarda già alla prima squadra. Non a caso, cinque ragazzi di questa Primavera hanno già esordito con Inzaghi in stagione.

Il punto è questo: mentre l'Inter si gioca la Champions League a Monaco, il vivaio nerazzurro continua a sfornare campioni. Un segnale importante per il futuro, qualunque esso sia.

Oaktree cambia l'Inter: giovani, sostenibilità e il futuro di Inzaghi

Importanza: 8/10

Il vento del cambiamento soffia forte su Appiano Gentile. Beppe Marotta, in una lunga intervista a The Athletic, ha delineato quello che sarà il nuovo corso dell'Inter sotto la guida di Oaktree: meno parametri zero di lusso, più investimenti sui giovani, maggiore sostenibilità economica. Una rivoluzione silenziosa ma profonda che potrebbe influenzare anche il futuro di Simone Inzaghi.

"Abbiamo concordato con Oaktree di creare un modello diverso - ha spiegato il presidente nerazzurro -. Gli investimenti saranno fatti su profili leggermente più giovani che rappresentano una vera risorsa per il presente e per il futuro". Tradotto: addio ai colpi alla Mkhitaryan o Thuram (presi a parametro zero ma con ingaggi importanti), spazio a talenti come Sucic, già acquistato a 21 anni.

Il punto è questo: Oaktree vuole un'Inter più sostenibile ma non meno competitiva. "Non sono i soldi a vincere le cose - ha sottolineato Marotta citando Nelson Mandela -. Sono la competenza, l'etica del lavoro e la cultura aziendale". Una filosofia che ricorda quella dell'Atalanta di Gasperini, non a caso molto apprezzata dal fondo americano.

Capitolo Inzaghi: Marotta ha tessuto le lodi del tecnico piacentino ("È bravo, trova le giuste motivazioni e fa giocare la squadra con uno stile moderno") ma ha evitato di sbilanciarsi sul futuro. Il nuovo corso Oaktree, incentrato sui giovani da valorizzare, potrebbe non essere in linea con le esigenze di un allenatore abituato a lavorare con giocatori già pronti e di esperienza.

Credetemi, la sensazione è che questa finale di Champions possa essere davvero spartiacque. Una vittoria rafforzerebbe la posizione di Inzaghi e gli darebbe credito per guidare la transizione. Una sconfitta, invece, potrebbe accelerare un addio già nell'aria, con l'Al-Hilal pronto a offrire 50 milioni per due anni.

Intanto, Gianfelice Facchetti sogna un "Ferguson nerazzurro": "È importante che Inzaghi resti e diventi per noi elemento di continuità". Ma i tempi del calcio moderno, si sa, sono ben diversi da quelli di Sir Alex.

Valzer panchine: Gasperini verso Roma, Conte resta a Napoli

Importanza: 7/10

Il valzer delle panchine entra nel vivo e l'Inter osserva interessata. Mentre i nerazzurri si preparano per la finale di Monaco, il mercato degli allenatori si infiamma con due colpi di scena che potrebbero influenzare anche il futuro di Simone Inzaghi: Antonio Conte ha deciso di restare al Napoli, Gian Piero Gasperini è sempre più vicino alla Roma.

Partiamo da Conte: il tecnico pugliese ha scelto di rimanere all'ombra del Vesuvio dopo aver ricevuto garanzie importanti da De Laurentiis. Un progetto da 200 milioni con De Bruyne come primo colpo (a parametro zero) e la promessa di un mercato all'altezza delle ambizioni. La Juventus, che lo aveva messo in cima alla lista dei desideri, dovrà rivedere i propri piani.

Capitolo Gasperini: il tecnico dell'Atalanta è vicinissimo alla Roma dopo l'incontro di Firenze con i Friedkin. Tre anni di contratto a 4 milioni più bonus e la garanzia di essere coinvolto nelle scelte di mercato. La Juventus ci ha provato all'ultimo, ma Gasp ha mantenuto la parola data ai giallorossi. Un colpo importante per Ranieri, che da consigliere ha lavorato in prima persona per convincere l'allenatore bergamasco.

Ora, prestate attenzione a questo dettaglio: il "no" di Conte alla Juventus ha scatenato la rabbia della tifoseria bianconera, con alcuni che chiedono addirittura di togliere la stella dedicata all'ex capitano dallo Stadium. Un segnale di come certi rifiuti possano bruciare i ponti per sempre.

Ma cosa c'entra tutto questo con l'Inter? Semplice: con Conte e Gasperini sistemati altrove, il mercato degli allenatori si restringe. Se Inzaghi dovesse davvero dire addio (l'Al-Hilal offre 50 milioni), l'Inter dovrebbe guardare a profili diversi. Fabregas? Possibile, ma servirebbe un salto di qualità importante. Allegri? Già preso dal Milan.

Il punto è questo: ogni movimento nel valzer delle panchine ha ripercussioni a catena. E l'Inter, che domani si gioca la Champions, potrebbe trovarsi costretta a ripartire da zero se Inzaghi dovesse cedere alle sirene arabe.

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Atmosfera da finale a Monaco con oltre 40mila interisti pronti a invadere la Baviera per sostenere i nerazzurri. Le autorità tedesche hanno predisposto 2mila agenti per una partita considerata ad alto rischio. Intanto Vasco Rossi conferma la sua fede nerazzurra: "Mi lega all'Inter la sofferenza, da quando c'è 'Ogni volta' a San Siro porta fortuna". Sul fronte economico, Football Benchmark analizza il gap tra Inter e PSG: 399 milioni di ricavi contro 808, ma "due anni fa col City era peggio". Per i veterani nerazzurri potrebbe essere l'ultima chance Champions: Acerbi, Sommer, Mkhitaryan, Darmian e Arnautovic sognano il primo trionfo europeo. Infine, San Siro: Sala chiama Bocconi e Politecnico per verificare il prezzo di vendita delle aree, mentre il settore giovanile nerazzurro punta all'en plein scudetti con tutte le categorie ancora in corsa per il tricolore.

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