INTER-PSG: LA FINALE DEI SOGNI (E DEI MILIONI)
Riassunto
L'Inter affronterà il PSG nella finale di Champions League a Monaco di Baviera il 31 maggio, dopo che i parigini hanno eliminato l'Arsenal con un 2-1 nella semifinale di ritorno grazie ai gol di Fabian Ruiz e dell'ex nerazzurro Hakimi. Luis Enrique ha riconosciuto la forza dell'Inter, sottolineando la sua esperienza e mentalità vincente. La finale avrà un sapore speciale per gli ex Hakimi e Donnarumma, ora al PSG. Sul fronte economico, la qualificazione garantisce all'Inter 133 milioni di euro di premi UEFA, che potrebbero diventare 144 in caso di vittoria, permettendo un mercato di rafforzamento con obiettivi come Luis Henrique, De Winter e Sucic. Inzaghi ha iniziato a gestire le forze in vista della finale, con Lautaro e altri titolari che riposeranno nelle prossime partite di campionato. Gli esperti, tra cui Capello, vedono l'Inter leggermente favorita per esperienza e carattere, mentre il PSG punta sulla freschezza dei suoi giovani talenti.
INTER-PSG: FINALE DA BRIVIDI, LUIS ENRIQUE AVVISA E KOVACS È IL FAVORITO PER ARBITRARE
FINALMENTE SAPPIAMO CHI SARÀ IL NOSTRO AVVERSARIO A MONACO. E no, non è una sorpresa: il PSG ha fatto fuori l'Arsenal con un 2-1 che ha confermato quanto visto all'andata. Ora ci aspetta una finale che promette scintille, con due squadre che arrivano all'appuntamento con percorsi diversi ma ugualmente meritati.
Il punto è questo: Luis Enrique non ha perso tempo a lanciare il guanto di sfida. "L'Inter ha più esperienza, non solo per l'età dei giocatori, ma anche perché ha vinto tre Champions League", ha dichiarato lo spagnolo con quel mix di rispetto e strategia che lo contraddistingue. Tradotto dal luisenrichese: "Voi siete i favoriti, noi gli outsider". Vecchia tattica, caro Luis, la conosciamo bene (e non ci caschiamo).
Per dirigere questa finale da sogno, la UEFA sembra aver già individuato il suo uomo: Istvan Kovacs, 41enne romeno considerato tra i migliori fischietti della Champions. Il buon Kovacs ha già diretto partite di altissimo livello come Real-City, Liverpool-PSG e, guarda un po', anche Inter-Arsenal. Lunedì l'ufficialità, ma le quotazioni del romeno sono in netta ascesa.
Sarà anche la prima volta che Inzaghi e Luis Enrique si affronteranno da allenatori, mentre le due squadre non hanno precedenti ufficiali. Curiosità: l'allenatore spagnolo ha già sfidato l'Inter quando guidava la Roma nella stagione 2011/12, con un bilancio di una vittoria e un pareggio. Ma credetemi, questa volta sarà tutta un'altra storia.
E poi ci sono i duelli nella sfida: Sommer contro Donnarumma, Lautaro contro Dembélé, Calhanoglu contro Vitinha. Thierry Henry, che di calcio ne capisce, ha già avvisato: "Tutto può succedere in finale. Il PSG è una squadra giovanissima, molti di questi ragazzi non hanno vissuto i cattivi risultati del passato in Europa. Non gli interessa, sono arrivati in semifinale l'anno scorso e in finale quest'anno. Possono vincere, ma sarà una gran bella finale".
Ora, prestate attenzione: abbiamo tre settimane per preparare questa partita. Tre settimane per studiare ogni dettaglio di un PSG che ha talento da vendere ma anche qualche crepa difensiva. Tre settimane per arrivare a Monaco con la consapevolezza che possiamo scrivere la storia. E stavolta, a differenza di Istanbul, non saremo sorpresi da nessuno.
LA CHAMPIONS RIEMPIE LE CASSE: 133 MILIONI E UN MERCATO DA BIG EUROPEA
PIOGGIA DI MILIONI SULLA BENEAMATA. Non stiamo parlando di spiccioli, amici miei, ma di una montagna di denaro che sta per abbattersi sulle casse nerazzurre grazie al percorso in Champions League. Tenetevi forte: la qualificazione alla finale di Monaco ha già garantito all'Inter oltre 133 milioni di euro di premi UEFA. E in caso di vittoria? Altri 10,5 milioni per un totale di circa 144 milioni. Una cifra mai vista prima per una squadra italiana in questa competizione.
Ma non è finita qui. Aggiungete gli incassi del botteghino, con il record di 14,7 milioni per la sola partita contro il Barcellona (e i 10 milioni della sfida col Bayern), e capirete perché in viale della Liberazione si respira un'aria diversa. Capitolo Mondiale per Club: garantiti altri 24 milioni come minimo, con la possibilità di spingersi ben oltre in caso di un buon percorso.
Il risultato? Un bilancio che si avvia a chiudere in abbondante attivo dopo anni di sacrifici e player-trading oculato. Oaktree può sorridere e, soprattutto, può programmare un mercato finalmente all'altezza dello status europeo conquistato sul campo. Perché, diciamocelo chiaramente, se la squadra nerazzurra è ormai a tutti gli effetti una delle big del nostro continente, la prossima estate avrà l'opportunità di rinforzarsi e, allo stesso tempo, di ringiovanirsi.
I nomi? Alcuni li conosciamo già. Petar Sucic dalla Dinamo Zagabria è già preso. Luis Henrique del Marsiglia è l'obiettivo numero uno per la fascia destra (c'è l'accordo col giocatore, si tratta col club che chiede 30 milioni). In difesa piace tantissimo De Winter del Genoa, 23 anni da compiere a giugno, valutato 25-30 milioni. L'idea è favorire la transizione del futuro centrale come fatto con Bisseck. E poi Ricci del Torino, Frendrup del Genoa, Beukema... la lista è lunga.
Ma la vera notizia è che l'Inter potrà finalmente fare mercato senza l'ossessione di dover vendere prima di comprare. Potrà scegliere, programmare, costruire. E questo, credetemi, vale più di qualsiasi trofeo. Perché vincere è difficile, ma confermarsi è un'impresa. E con queste risorse, l'impresa diventa un po' meno impossibile.
GESTIONE INTELLIGENTE: ECCO IL PIANO DI INZAGHI PER ARRIVARE AL TOP A MONACO
IL PIANO FINALE È GIÀ PARTITO. Dal fischio finale di Marciniak che ha sancito il 4-3 sul Barcellona, Simone Inzaghi ha iniziato a programmare la gestione delle forze in vista della finale di Champions. E credetemi, non sarà una passeggiata: tre partite di campionato (Torino, Lazio e Como) prima di volare a Monaco, con una rosa che ha dato tutto e che ora ha bisogno di recuperare energie fisiche e mentali.
Capitolo Lautaro: il nostro capitano ha stretto i denti contro il Barcellona, giocando praticamente con una gamba sola a causa dell'elongazione alla coscia sinistra. "Non ho finito bene, ma farò un lavoro per recuperare", ha detto a caldo il Toro. Ora è il momento di fermarsi e gestirsi. Contro il Torino non ci sarà sicuramente, e non sarebbe una sorpresa se giocasse solo qualche spicciolo nelle altre gare che restano per finire il campionato.
Ma non è solo Lautaro a necessitare di riposo. Thuram è affaticato, Dumfries (l'interista più decisivo in semifinale con 2 gol e 3 assist) deve smaltire le tossine dopo un lungo stop, Acerbi ha dato l'anima contro il Barça, Pavard non verrà certo gettato nella mischia contro i granata. Anche Frattesi non stava benissimo e potrebbe saltare il Torino dopo lo sforzo dell'altra sera. Insomma, contro la squadra di Vanoli vedremo una formazione ampiamente rimaneggiata, sulla falsariga di quanto visto col Verona.
C'è un precedente che può insegnare qualcosa: due anni fa l'Inter giocò l'ultima gara di campionato contro il Torino una settimana prima della finale di Istanbul. In quell'occasione Inzaghi schierò dall'inizio sei uomini degli undici che poi avrebbero giocato titolari contro il Manchester City. La traccia sarà ripetuta: a Como, per l'ultimo turno di campionato, in campo andranno molti titolari, forse anche di più rispetto a due anni fa.
Ma attenzione: Inzaghi non vuole il minimo calo di tensione in campionato. Finché la matematica non darà una sentenza definitiva, i nerazzurri vogliono stare in corsa anche per lo scudetto. Tutti nel club sono consapevoli che servirebbe un crollo (inatteso) del Napoli contiano, ma mettere pressione sull'ex, continuando a vincere i tre turni rimanenti, è l'unico modo per tenere accesa quella fiammella.
Il punto è questo: per Inzaghi non c'è niente di meglio del campionato per allenare questa indimenticabile Champions. E noi, da tifosi, non possiamo che fidarci di lui. Perché se c'è uno che sa come gestire le forze in vista di un appuntamento storico, quello è proprio Simone.
I DUELLI DELLA FINALE: SOMMER-DONNARUMMA, LAUTARO-DEMBÉLÉ E IL RITORNO DI HAKIMI
PREPARATEVI A UNA FINALE PIENA DI STORIE NELLA STORIA. Perché Inter-PSG non sarà solo una partita per la coppa dalle grandi orecchie, ma anche un intreccio di percorsi personali, ritorni al passato e duelli stellari che potrebbero decidere le sorti della sfida di Monaco.
Partiamo dal duello tra i pali: Sommer contro Donnarumma. Da una parte lo svizzero che ha salvato l'Inter con quella parata su Yamal che ha ricordato a tutti l'intervento di Julio Cesar su Messi nel 2010. Dall'altra l'ex Milan, protagonista assoluto nelle semifinali contro l'Arsenal, tanto che persino Arteta ha dovuto ammettere: "Il loro miglior giocatore in campo nelle due partite è stato Donnarumma, ha fatto la differenza". I due si sono già affrontati due volte in Champions nella stagione 2022/23, quando Sommer giocava nel Bayern Monaco: in quell'occasione furono i bavaresi a vincere entrambe le gare degli ottavi, con lo svizzero che riuscì a mantenere la porta inviolata sia all'andata che al ritorno. Un precedente che fa ben sperare, no?
Poi c'è Achraf Hakimi, che dopo quattro anni ritroverà l'Inter in finale. "È incredibile, abbiamo lavorato tanto per questo momento e siamo felicissimi", ha detto l'esterno marocchino dopo la vittoria sull'Arsenal. "Per me sarà una finale speciale contro l'Inter. Affronteremo i nerazzurri con grande motivazione". Hakimi ha lasciato un segno importante a Milano nonostante una sola stagione: 45 presenze, 7 gol, 11 assist e uno scudetto vinto. Ma ora è dall'altra parte della barricata, e conoscendo la sua velocità, dovremo tenerlo d'occhio.
E che dire di Kvaratskhelia? L'ex Napoli, passato al PSG lo scorso gennaio per 70 milioni, ha già avuto modo di conoscere bene l'Inter in Serie A. "Sono molto emozionato, è successo tutto così velocemente. Dopo pochi mesi mi trovo in finale", ha dichiarato il georgiano. "L'Inter? Ci ho giocato molte volte contro, so che sono pericolosi nei contropiedi e nei calci d'angolo. Meritano di stare in finale, sono una delle squadre più forti del mondo, come noi".
Fabio Capello, che di finali se ne intende, prevede una sfida equilibrata: "Sarà una finale equilibrata, ma tutto parte dal centrocampo, come sempre". E poi aggiunge: "Forse gli uomini di Inzaghi potrebbero avere un po' meno gamba, ma si sta vedendo davvero tanto sacrificio e parecchia umiltà. Non so se martedì è stato l'effetto dell'esaltazione del pubblico, ma sono stati fattori fondamentali".
Insomma, ci aspetta una finale ricca di spunti tecnici e tattici, ma anche di storie personali che si intrecciano. E voi, su quale duello puntate di più?
GLI ESPERTI PARLANO: "FINALE EQUILIBRATA, MA L'INTER HA QUALCOSA IN PIÙ"
TUTTI PAZZI PER LA FINALE DI MONACO. E mentre noi tifosi contiamo i giorni che ci separano dal 31 maggio, gli esperti si sbizzarriscono con pronostici e analisi tecniche su quella che si preannuncia come una delle finali più equilibrate degli ultimi anni.
Capello, che di Champions se ne intende avendone vinte due da allenatore, non ha dubbi: "Sarà una finale equilibrata, ma tutto parte dal centrocampo, come sempre. A Barcellona il trio di Inzaghi aveva sofferto molto e invece martedì i suoi centrocampisti hanno fatto una buona partita". E poi aggiunge un dettaglio non da poco: "Essendo a fine stagione, ovviamente non sono più brillantissimi. Poi davanti ci sono Lautaro e Thuram... E un ulteriore fattore positivo non va sottovalutato: essendo calati un po' i ritmi a questo punto dell'annata, i subentrati riescono a mantenere alto il livello della squadra".
Anche Thierry Henry, che ora fa il commentatore per CBS Sports Golazo, ha espresso il suo parere: "Tutto può succedere in finale. Questa squadra (il PSG, ndr) è giovanissima, molti di questi ragazzi non hanno vissuto i cattivi risultati del PSG di questi anni in Europa. Non gli interessa, sono arrivati in semifinale l'anno scorso e in finale quest'anno. Possono vincere, ma sarà una gran bella finale".
Dall'altra parte, Al-Khelaifi, presidente del PSG, non nasconde l'entusiasmo ma mantiene i piedi per terra: "È stressante, quasi da infarto, ma è bellissimo essere in finale dopo una stagione lunga e difficile. La gente dimentica che avevamo quattro punti e dovevamo vincere tutte e tre le partite per qualificarci nel girone, è stato difficile". E poi aggiunge: "Ma c'è ancora una partita, non ce l'abbiamo ancora fatta".
Anche l'ex giocatore del PSG, Blaise Matuidi, ha voluto dire la sua: "Ieri Parigi ha mostrato al mondo intero che abbiamo il cuore e il livello per sognare in grande. Tra i rientri decisivi di Marquinhos, la visione di gioco di Ruiz e la grinta di Kvara... Che piacere! Manca l'ultimo e il più alto gradino, sono sicuro che tutta la squadra sarà all'altezza".
Ma la verità, cari amici nerazzurri, è che questa finale si giocherà sui dettagli. Su un'intuizione di Inzaghi, su una giocata di Lautaro, su una parata di Sommer. E forse, anche su quella fame che abbiamo mostrato contro il Barcellona, quella voglia di non mollare mai, nemmeno quando tutto sembrava perduto. Perché è vero che il PSG ha talento da vendere, ma noi abbiamo qualcosa che non si compra: l'esperienza di chi ha già vissuto una finale (persa) e non vuole ripetere quell'errore. E questo, credetemi, potrebbe fare tutta la differenza del mondo.
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🔹 Mercato in fermento: L'Inter punta a chiudere tre colpi entro l'inizio del Mondiale per Club. Oltre a Sucic, già preso, si lavora per Luis Henrique del Marsiglia e De Winter del Genoa, presente a San Siro per la semifinale contro il Barcellona.
🔹 Rinnovo Inzaghi: Il tecnico firmerà l'estensione contrattuale fino al 2027 prima della partenza per gli Stati Uniti, con adeguamento dell'ingaggio attualmente di 6,5 milioni più bonus.
🔹 Parola a papà Inzaghi: Giancarlo Inzaghi racconta: "Simone ha già vinto tutto! L'Inter ha guadagnato 140 milioni con mio figlio in panchina. Non andrò a Monaco, non posso abbandonare il mio divano portafortuna!"
🔹 Biglietti per Monaco: La UEFA ha messo a disposizione 18.000 tagliandi per ciascun club, con prezzi che oscillano dai 70 ai 950 euro. I biglietti saranno distribuiti tramite l'app ufficiale UEFA Mobile Tickets.
🔹 Moratti nostalgico: L'ex presidente nerazzurro commenta: "Inter-Barcellona è stato un atto di giustizia. Avevo vent'anni la notte di Inter-Liverpool 3-0, nel 1965. Ne avevo sessantacinque quando eliminammo il Barça di Messi nel 2010. Ma dovevo arrivare a ottanta per provare l'emozione incredibile dell'altra sera..."
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