Inter
1 giugno 2025

Notte di Monaco: il PSG travolge l'Inter 5-0 e conquista la prima Champions della sua storia

Riassunto

Notte da incubo a Monaco: il PSG travolge l'Inter 5-0 conquistando la prima Champions della sua storia con una prestazione dominante. Doué protagonista assoluto con una doppietta da record, mentre i nerazzurri subiscono la peggior sconfitta di sempre in una finale europea. Nel giorno della finale muore Ernesto Pellegrini, storico presidente dell'Inter dei record. Luis Enrique dedica il trionfo alla figlia Xana scomparsa, mentre Inzaghi ammette la sconfitta ma tiene aperto il discorso sul futuro. Barella senza filtri: "È mancato il cuore".

Notte da incubo: il PSG umilia l'Inter 5-0 e conquista la prima Champions della storia

Importanza: 10/10

Monaco di Baviera si trasforma nel teatro della più cocente delusione nerazzurra degli ultimi anni. Il PSG travolge l'Inter con un clamoroso 5-0 nella finale di Champions League, conquistando il primo trofeo europeo della sua storia e infliggendo ai nerazzurri la peggior sconfitta mai subita in una finale della massima competizione continentale.

La partita si mette subito in discesa per i parigini: al 12' Hakimi, l'ex di turno, sblocca il risultato con un tap-in a porta vuota su assist di Doué, chiedendo immediatamente scusa ai tifosi nerazzurri e rifiutandosi di esultare. Otto minuti dopo arriva il raddoppio firmato ancora da Doué, con una conclusione deviata da Dimarco che spiazza Sommer. L'Inter appare completamente in bambola, incapace di reagire al pressing asfissiante della squadra di Luis Enrique.

Nella ripresa il copione non cambia, anzi peggiora. Al 63' Doué cala il tris con un destro preciso sul primo palo, completando una doppietta da sogno che lo rende il più giovane della storia a segnare due gol in una finale di Champions (non aveva ancora compiuto 20 anni). Il poker arriva al 73' con Kvaratskhelia, che taglia a fette una difesa nerazzurra ormai allo sbando, mentre la manita la firma all'87' il giovanissimo Mayulu, classe 2006, regalando al PSG un successo che entra di diritto nella storia.

Per l'Inter è una disfatta senza attenuanti: mai una squadra aveva perso una finale di Champions con cinque gol di scarto. I nerazzurri, che pure avevano dimostrato carattere e qualità nel percorso europeo battendo Bayern Monaco e Barcellona, si presentano all'appuntamento più importante completamente scarichi, sia fisicamente che mentalmente. Il punto è questo: dopo una stagione lunghissima su tre fronti, la squadra di Inzaghi ha pagato dazio nel momento cruciale, regalando al PSG di Luis Enrique una notte di gloria assoluta.

Lutto nel giorno della finale: addio a Ernesto Pellegrini, presidente dell'Inter dei record

Importanza: 9/10

Nel giorno più importante della stagione nerazzurra, il mondo Inter piange la scomparsa di Ernesto Pellegrini, storico presidente del club dal 1984 al 1995, venuto a mancare all'età di 84 anni proprio mentre la sua Inter si preparava alla finale di Champions League contro il PSG.

Pellegrini è stato l'artefice di una delle pagine più gloriose della storia nerazzurra: sotto la sua presidenza l'Inter conquistò lo scudetto dei record del 1989 (58 punti in 34 partite), la Supercoppa Italiana dello stesso anno e due Coppe UEFA nel 1991 e 1994. Fu lui a costruire quella squadra leggendaria con i tedeschi Rummenigge, Matthäus, Brehme e Klinsmann, guidata in panchina da Giovanni Trapattoni.

La sua storia d'amore con l'Inter iniziò da bambino: aveva 14 anni quando nel 1954 assistette per la prima volta a un Inter-Juventus finito 6-0, rimanendo folgorato dai colori nerazzurri e dal talento di Nacka Skoglund. "Ero innamorato dei colori nerazzurri, orgoglioso. E sognavo: un giorno...", raccontava spesso. Quel sogno si realizzò nel 1984 quando, figlio di contadini diventato imprenditore di successo, rilevò la società da Fraizzoli con una semplice stretta di mano.

Il cordoglio è unanime: da Aldo Serena ("Proprio il giorno di un evento speciale della tua Inter te ne sei voluto andare") a Karl-Heinz Rummenigge ("Per me è stato come un secondo padre"), fino al ricordo commosso dell'Inter che lo ha definito "un presidente che ha guidato il club con saggezza, onore e determinazione". Nel 2020 era stato inserito nella Hall of Fame nerazzurra con un premio speciale. Credetemi, la sua scomparsa nel giorno della finale aggiunge una nota di profonda tristezza a una giornata che doveva essere di festa.

Luis Enrique e la dedica più toccante: "Xana è sempre con me, non serve una vittoria per sentirla"

Importanza: 9/10

Tra le immagini più emozionanti della notte di Monaco c'è quella di Luis Enrique che indossa una maglietta speciale durante la premiazione: sullo sfondo nero, la grafica in stile cartoon di quella foto indimenticabile di Berlino 2015, quando insieme alla figlia Xana piantò la bandiera del Barcellona dopo aver vinto la Champions contro la Juventus. Stavolta la bandiera sulla maglia è quella del PSG.

La promessa era stata fatta dopo la semifinale contro l'Arsenal: "Ricordo una foto incredibile alla finale di Champions League a Berlino, dove Xana pianta una bandiera del Barcellona. Ho il desiderio di fare lo stesso con il Paris Saint-Germain. Mia figlia non sarà lì fisicamente, ma lo sarà spiritualmente". Una promessa mantenuta nel modo più toccante possibile, dedicando il trionfo alla figlia scomparsa nel 2019 a soli nove anni.

Le parole del tecnico catalano dopo la vittoria sono di una commozione infinita: "Mia figlia è con me dal momento in cui è andata via con il corpo, nulla cambia. Non ho bisogno di una vittoria in Champions per sentire mia figlia vicina, si nasce e si muore, la vita è così. Voglio ricordare tutto ciò che di buono ha portato nella mia vita". Un messaggio di forza e amore che va oltre il calcio.

Anche i tifosi del PSG hanno voluto omaggiare il loro allenatore: durante la partita hanno esposto uno striscione dedicato a Luis Enrique e a Xana, dimostrando quanto il legame tra il tecnico e la sua bambina abbia toccato il cuore di tutti. Il punto è questo: in una notte di trionfo calcistico, Luis Enrique ha saputo trasformare la vittoria in qualcosa di più profondo e universale, un messaggio d'amore che resterà per sempre legato a questa Champions League.

Inzaghi tra amarezza e futuro incerto: "Zero titoli ma bravissimi lo stesso"

Importanza: 7/10

"Zero tituli, ma bravissimi lo stesso": con queste parole amare ma dignitose Simone Inzaghi commenta la disfatta di Monaco, ammettendo la superiorità del PSG ma rivendicando il percorso straordinario della sua Inter. Una stagione da 59 partite che si chiude senza trofei ma con la consapevolezza di aver raggiunto traguardi importanti.

L'analisi del tecnico piacentino è lucida e senza sconti: "I primi a saperlo siamo noi di non aver giocato. Abbiamo trovato una squadra più brava di noi che ha meritato la Champions più di noi. Abbiamo approcciato male, abbiamo preso gol e ci siamo allungati facilitando il PSG". Nessun alibi, solo la cruda realtà di una finale mai entrata nel vivo.

Sul futuro, però, Inzaghi mantiene il massimo riserbo: "Vedremo nei prossimi giorni con la società, dopo una seconda finale persa c'è troppa amarezza per pensare. Ci sarà tempo per parlarne con calma". Quando gli chiedono se sarà in America per il Mondiale per Club, la risposta è ancora più sibillina: "Non so rispondere a questa domanda, sono venuto qui per educazione e rispetto".

Le voci sull'Al-Hilal continuano a circolare (50 milioni di euro l'offerta), ma la sensazione è che l'incontro programmato per la prossima settimana con la società possa portare alla permanenza. Capitolo Frattesi: il tecnico spiega perché non lo ha fatto entrare nemmeno in una finale: "Davide avrebbe meritato un pezzetto di finale, ma quando eravamo sotto 3-0 ho preferito non metterlo in campo". Una scelta che fa discutere, considerando il momento difficile del centrocampista.

Barella senza filtri: "È mancato il cuore, loro hanno voluto di più la vittoria"

Importanza: 6/10

"Mi verrebbero da dire parolacce, ma cerco di trattenermi": Nicolò Barella non usa giri di parole per descrivere la delusione dopo la disfatta di Monaco. Il centrocampista azzurro, uno dei simboli di questa Inter, ammette senza mezzi termini che il PSG ha meritato la vittoria.

L'analisi del numero 23 nerazzurro è impietosa: "C'è tanto dispiacere perché l'immagine che rimane di questa finale un po' cancella il percorso. Nel calcio, come nella vita, rimangono le battute finali". Una considerazione amara ma realistica su come una sola partita possa offuscare un'intera stagione di sacrifici e successi.

La diagnosi più dolorosa riguarda l'atteggiamento: "Il più grande dispiacere è quello, loro hanno voluto di più la vittoria. Oggi è mancato il cuore, nella partita più importante". Parole che pesano come macigni e che fotografano perfettamente quanto accaduto all'Allianz Arena, dove l'Inter è apparsa intimorita e mai realmente in partita.

Anche Lautaro Martinez, pur nella delusione, mantiene la dignità: "Non siamo riusciti a fare niente di quello che avevamo preparato. Complimenti al PSG che ha fatto una finale straordinaria. Io sono orgoglioso della squadra, del mister, della società". Il capitano argentino, visibilmente provato, rivendica comunque l'ottima stagione nonostante lo zero alla voce titoli. Ora bisogna rialzarsi, come dice lo stesso Lautaro, e ripartire da questa amarezza per costruire qualcosa di ancora più forte.

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Capitolo mercato: il Napoli torna alla carica per Frattesi dopo la possibile partenza di Anguissa verso l'Arabia Saudita. La Roma di Gasperini sogna il centrocampista nerazzurro, ma dovrà fare i conti con la concorrenza internazionale. Ora, prestate attenzione: il valzer delle panchine entra nel vivo con Sarri sempre più vicino al ritorno alla Lazio dopo l'addio di Baroni. La Juventus intanto si riunisce a Monaco con Elkann, Chiellini e Comolli per decidere il futuro dopo l'addio di Giuntoli. Credetemi, il calcio italiano si prepara a una rivoluzione totale con 48 cambi di panchina in due anni che testimoniano l'instabilità cronica del movimento. Sul fronte San Siro, il Comune di Milano conferma la valutazione dell'Agenzia delle Entrate per la vendita dello stadio, mentre i bookmaker vedono già l'Inter favorita per lo scudetto 2025-26.

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