Inter
24 maggio 2025

SCUDETTO AL NAPOLI, INTER GUARDA AVANTI: TESTA ALLA CHAMPIONS

Riassunto

Il Napoli conquista il quarto scudetto della sua storia battendo il Cagliari 2-0 con gol di McTominay e Lukaku, mentre l'Inter vince inutilmente a Como con lo stesso risultato. I nerazzurri devono ora concentrarsi sulla finale di Champions League contro il PSG del 31 maggio, con Luis Enrique che prepara la trappola tattica e Inzaghi che deve gestire anche le voci di un'offerta faraonica dall'Al Hilal (50 milioni per due stagioni). Marotta rassicura sulla volontà di proseguire con il tecnico, ma ogni decisione è rimandata a dopo la finale di Monaco.

NAPOLI CAMPIONE D'ITALIA: MCSCOTTISH E LUKAKU FIRMANO IL QUARTO TRICOLORE

Importanza: 10/10

E alla fine ha vinto il Napoli. Quarto scudetto della storia partenopea, secondo in tre anni, e Antonio Conte che si conferma il Re Mida del calcio italiano. Perché, credetemi, quello che ha fatto il salentino quest'anno è qualcosa di straordinario. Ha preso una squadra arrivata decima, l'ha ricostruita mentalmente e tatticamente, e l'ha portata a vincere il campionato davanti all'Inter campione in carica e finalista di Champions League.

La partita decisiva contro il Cagliari è stata la fotografia perfetta di questo Napoli: solido, cinico, spietato. McTominay (chi l'avrebbe mai detto a inizio stagione?) ha sbloccato il match con una rovesciata magnifica che ha fatto esplodere il Maradona, poi nella ripresa ci ha pensato Lukaku a chiudere i conti con un gol da centravanti vero. E mentre il belga segnava a Napoli, anche l'Inter andava a segno a Como con Correa, ma ormai era troppo tardi.

Il punto è questo: Conte ha plasmato una squadra a sua immagine e somiglianza. Niente fronzoli, solo sostanza. Ha trasformato McTominay (giustamente premiato come MVP della Serie A) in un centrocampista totale, ha rigenerato Anguissa, ha dato nuova vita a Raspadori, ha fatto di Rrahmani un muro invalicabile. E poi c'è Lukaku, il suo pupillo, che ha chiuso la stagione con la doppia doppia: 14 gol e 10 assist.

Capitolo Conte: alla fine anche lui ha ceduto all'emozione. Dopo aver predicato calma e basso profilo per settimane, al gol di Lukaku è impazzito di gioia, abbracciando tutti e mostrando i pugni. "Il momento della svolta è stato il pareggio con l'Inter grazie al gol di Billing", ha confessato dopo la partita. "Lì ho alzato l'asticella e ho detto ai ragazzi: se vogliamo possiamo".

E ora? De Laurentiis festeggia il suo secondo scudetto da presidente (come Ferlaino negli anni '80), ma tutti si chiedono se Conte resterà. Lui dribbla le domande sul futuro: "Ci stiamo godendo tutto, con De Laurentiis ho un ottimo rapporto". Ma intanto i tifosi sognano già il colpo De Bruyne, che ha dato apertura totale al trasferimento in azzurro. Sarebbe la ciliegina sulla torta per un Napoli che vuole continuare a sognare.

INTER, VITTORIA INUTILE A COMO: DE VRIJ E CORREA NON BASTANO

Importanza: 9/10

COMO - Ventidue minuti. Tanto è durata l'illusione dell'Inter. Tanto è passato dal gol di De Vrij che ha fatto sognare i nerazzurri alla mezza rovesciata di McTominay che ha riportato tutti alla realtà. E così, mentre a Napoli esplodeva la festa, a Como l'Inter vinceva 2-0 (reti di De Vrij e Correa) in una partita che, alla fine, è servita solo come test pre-Monaco.

Il match del Sinigaglia è stato comunque ricco di spunti interessanti. Inzaghi, come previsto, ha fatto ampio turnover pensando alla finale di Champions contro il PSG. In campo dal primo minuto solo Sommer, Calhanoglu e Dimarco tra i titolari, con Lautaro e Thuram in panchina. E la squadra "sperimentale" ha risposto presente, dimostrando ancora una volta la profondità della rosa nerazzurra.

Al 20' il vantaggio firmato De Vrij, con un colpo di testa su calcio d'angolo battuto da Calhanoglu (diffidato e ammonito, salterà la prima di campionato della prossima stagione). Poi, mentre l'Inter controllava la partita, è arrivata la notizia del gol di McTominay a Napoli. E lì, in fondo, è finito il campionato dell'Inter.

Nella ripresa, comunque, i nerazzurri hanno continuato a giocare con professionalità, trovando il raddoppio con Correa al 51' al termine di una bella azione personale. Ma ormai la testa era già alla finale di Champions, come confermato anche da Carlos Augusto nel post-partita: "È stata una stagione lunga, abbiamo avuto alcune opportunità di cui non abbiamo approfittato, però è stata una grande stagione. Ora abbiamo una finale che è un sogno di tutti, andiamo lì per fare una grande partita".

Capitolo Reina: il portiere spagnolo, all'ultima partita della carriera, è stato espulso al 45' per un fallo su Taremi lanciato a rete. Un finale amaro per lui, ma mitigato dalla standing ovation di tutto lo stadio e dall'abbraccio di Sommer, che è corso fino a metà campo per salutarlo.

Ora, come ha detto Farris (in panchina per la squalifica di Inzaghi): "Non c'è più spazio per la delusione: da stasera andiamo a viverci quello che ci sarà". E quello che ci sarà è la finale di Champions League contro il PSG. Un'occasione per trasformare una stagione buona in una stagione memorabile.

TESTA ALLA CHAMPIONS: "ORA PRENDIAMOCI IL SOGNO DI MONACO"

Importanza: 9/10

COMO - "Non c'è più spazio per la delusione: da stasera andiamo a viverci quello che ci sarà". Le parole di Massimiliano Farris, vice di Inzaghi, sono il manifesto perfetto di quello che deve essere l'atteggiamento dell'Inter dopo aver perso lo scudetto. Perché, credetemi, il 31 maggio a Monaco di Baviera c'è un'occasione troppo ghiotta per restare a leccarsi le ferite.

La finale di Champions League contro il PSG rappresenta l'opportunità di trasformare una stagione comunque positiva in un'annata storica. E i giocatori nerazzurri lo sanno bene, come dimostrano le dichiarazioni post-partita.

Carlos Augusto, uno dei migliori in campo contro il Como, ha subito spostato il focus: "È stata una stagione lunga, abbiamo avuto alcune opportunità di cui non abbiamo approfittato, però è stata una grande stagione. Ora abbiamo una finale che è un sogno di tutti, andiamo lì per fare una grande partita".

E quando gli chiedono cosa sia mancato in campionato, il brasiliano risponde con lucidità: "Abbiamo fatto una grande Champions, non è che perché non abbiamo vinto il campionato ora mettiamo da parte l'Europa. Non abbiamo approfittato delle opportunità, quei punti importanti sono quelli che mancano alla fine. Ora concentriamoci sull'Europa, è una bella settimana per noi".

Anche Denzel Dumfries, sui social, ha voltato pagina rapidamente: "Fine sfortunata del campionato. Essere così vicini..., ma abbiamo dato tutto fino alla fine. Complimenti al Napoli per la vittoria del titolo. Ora l'attenzione è completamente su Monaco".

Il punto è questo: l'Inter ha dimostrato di saper reagire alle delusioni. Lo ha fatto dopo Istanbul, lo ha fatto dopo ogni sconfitta di questa stagione. E ora deve farlo ancora una volta, contro un avversario forte ma non imbattibile come il PSG.

Farris ha anche dato aggiornamenti sulle condizioni di Pavard e Bisseck: "Benjamin viene da una brutta distorsione e stiamo cercando di portarlo a Monaco. Bisseck ha fatto un contrasto col piede e ha sentito qualcosa al ginocchio, ma non è niente di grave".

Insomma, la testa è già alla finale. E come ha detto ancora Farris: "Non posiamo dimenticare di aver incontrato City, Arsenal, Bayern Monaco e Barcellona". Questo per ricordare che l'Inter ha già battuto squadre più forti del PSG. E allora, perché non sognare?

PSG-INTER: LUIS ENRIQUE PREPARA LA TRAPPOLA, MA I NERAZZURRI NON TEMONO

Importanza: 8/10

Mentre l'Inter si lecca le ferite per lo scudetto sfumato, a Parigi Luis Enrique prepara la trappola per la finale di Champions League. Il tecnico spagnolo, intervenuto in conferenza stampa alla vigilia della finale di Coppa di Francia contro il Reims (che si gioca domani), ha parlato anche della sfida contro i nerazzurri, mostrando grande rispetto ma anche sicurezza nei propri mezzi.

"I miei giocatori sono molto intelligenti, sanno come evitare le trappole", ha dichiarato l'ex allenatore del Barcellona, riferendosi alla capacità dell'Inter di giocare con un blocco basso e ripartire. Una strategia che i nerazzurri hanno utilizzato con successo contro Bayern Monaco e Barcellona, e che probabilmente riproporranno anche a Monaco di Baviera.

Luis Enrique ha poi parlato della differenza di calendario con l'Inter: "A volte è meglio giocare in modo serrato fino alla fine per non mollare. Dovevamo rimanere concentrati. Non so se questo sia un aspetto positivo o negativo, sto cercando di capire cosa c'è di positivo nel nostro calendario". Il PSG, infatti, dopo la finale di Coppa di Francia di domani, avrà una settimana per preparare la sfida contro l'Inter.

Anche Marquinhos, capitano dei parigini, ha parlato della finale di Champions, pur precisando che "avremo tempo per parlarne. Se ne parla più fuori che dentro il nostro spogliatoio, non possiamo cadere in questa trappola". Il difensore brasiliano ha poi ammesso che avrebbe guardato Como-Inter: "Vogliamo vedere l'Inter vincere la Serie A? (sorride, ndr) Quali sono le regole? Giocano stasera? E potrebbero giocare lunedì se arrivassero a pari punti con Napoli? (sorride, ndr) Non lo so! Guarderò la partita stasera. Sappiamo di cosa è capace l'Inter".

Dal canto suo, l'Inter si presenta alla finale da sfavorita, almeno secondo le quote dei bookmakers. L'analisi di SisalTipster premia il PSG, con il segno 1 favorito al 42% contro il 29% dei nerazzurri e il 29% del pareggio nei 90'. Francesi avanti anche nel mercato "vincente coppa" con il 57% contro il 43% della squadra di Inzaghi.

Ma attenzione, perché l'Inter ha già dimostrato di saper sovvertire i pronostici. E come ha detto Claudio Marchisio a RMC Sport: "Ho commentato la semifinale di ritorno a Parigi e il PSG è una squadra di grande livello. In Champions ha dovuto crescere partita dopo partita perché non era partita benissimo, ma Luis Enrique è esperto e ha una squadra giovane ma anche con elementi d'esperienza. Considero l'Inter non più forte, ma più completa. Nell'interpretare il gioco, nei reparti, nelle due fasi".

Insomma, sarà una finale equilibrata. E forse, proprio partire sfavoriti potrebbe essere un vantaggio per i nerazzurri.

INZAGHI TENTATO DALL'ARABIA: OFFERTA FARAONICA DALL'AL HILAL

Importanza: 8/10

Perso lo scudetto, l'Inter rischia di perdere anche l'allenatore? La domanda non è peregrina, visto che dall'Arabia Saudita continuano a piovere petrodollari su Simone Inzaghi. L'ultima indiscrezione, riportata da L'Equipe, parla di un'offerta astronomica da parte dell'Al Hilal: 50 milioni di euro per due stagioni. Una cifra che farebbe vacillare chiunque, anche il più fedele dei condottieri.

L'interesse del club saudita per il tecnico piacentino non è una novità. Il presidente Fahad Saad Bin Nafel ha messo Inzaghi in cima alla lista dei desideri già da metà aprile, e nelle ultime settimane ha intensificato i contatti grazie ad alcuni collaboratori rimasti a Milano. La prima offerta da 20 milioni a stagione è stata rispedita al mittente, ma ora con 25 milioni all'anno la musica potrebbe cambiare.

In caso di risposta negativa, l'Al Hilal si tufferebbe su Cristophe Galtier, ma la sensazione è che i sauditi faranno di tutto per portare a casa Inzaghi, visto anche come leader ideale per la spedizione nel nuovo Mondiale per Club.

E l'Inter? Marotta, intervistato prima della partita contro il Como, ha provato a gettare acqua sul fuoco: "Intanto il contratto come ben sapete non è in scadenza, c'è ancora un anno. Quello che conta non è l'aspetto formale ma sostanziale. Con Inzaghi abbiamo creato un rapporto di grande simbiosi, è un professionista e il principale artefice di questo ciclo straordinario. Da parte nostra c'è la massima volontà di proseguire".

Il punto è questo: Inzaghi ha ancora un anno di contratto con l'Inter, ma l'offerta dell'Al Hilal è di quelle che fanno tremare i polsi. (E non solo quelli). Marotta ha anche aggiunto che "non sento campanelli che suonano in senso contrario, poi ora non è il caso di parlarne. Dopo la finale Champions e il Mondiale ci confronteremo e valuteremo quella che sarà una proposta di prolungamento".

Insomma, tutto rimandato a dopo la finale di Champions League. Che, a questo punto, potrebbe essere davvero l'ultima partita di Inzaghi sulla panchina nerazzurra? Difficile dirlo, ma una cosa è certa: vincere a Monaco renderebbe ancora più doloroso un eventuale addio.

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