SCUDETTO SFUMATO, POLEMICHE ARBITRALI E FINALE DI CHAMPIONS: L'INTER TRA RABBIA E SPERANZA
Riassunto
L'Inter si prepara all'ultima giornata di campionato contro il Como con la speranza di un miracolo nella corsa scudetto, dove il Napoli ha un punto di vantaggio e il match point contro il Cagliari. In caso di arrivo a pari punti, si disputerebbe uno spareggio il 26 maggio, con sede ancora da definire. Intanto, il club nerazzurro è furioso per le decisioni arbitrali contro la Lazio e ha compilato un dossier sulle presunte ingiustizie subite durante la stagione. Sul fronte mercato, Inzaghi è tentato da un'offerta faraonica dall'Al-Hilal (20 milioni a stagione), mentre l'Inter è vicina a chiudere per Luis Henrique dal Marsiglia. Non mancano le analisi critiche sulla stagione che, al momento, non ha portato trofei: tra presunzione, distrazioni, errori di gestione e un mercato invernale insufficiente, i nerazzurri hanno gettato al vento uno scudetto che sembrava alla portata. Ora tutte le speranze sono riposte nella finale di Champions League contro il PSG del 31 maggio.
ULTIMO ATTO: INTER A COMO PER SPERARE, NAPOLI COL MATCH POINT SCUDETTO
Venerdì sera l'ultimo atto di un campionato che ha ancora qualcosa da dire. Almeno sulla carta. Perché il Napoli ha un match point scudetto bello grosso contro il Cagliari già salvo, mentre l'Inter deve vincere a Como e sperare in un clamoroso passo falso dei partenopei. Insomma, la classifica dice +1 per Conte e i suoi, ma nel calcio tutto è possibile (o almeno così ci piace raccontarci per tenere viva la fiammella della speranza).
La Lega Serie A ha organizzato la consegna del trofeo solo al Maradona, segno che anche i vertici del calcio italiano hanno pochi dubbi su come andrà a finire. Ma se dovesse verificarsi il miracolo, con vittoria nerazzurra e contemporaneo passo falso del Napoli, si aprirebbe lo scenario dello spareggio scudetto. E qui la questione si fa interessante (e complicata).
Il presidente della Lega Serie A Ezio Simonelli ha chiarito che, in caso di arrivo a pari punti, lo spareggio si giocherebbe lunedì 26 maggio. La sede? Di diritto sarebbe San Siro, ma c'è un problema non da poco: il Viminale ha vietato le trasferte dei tifosi del Napoli a Milano negli ultimi 10 anni per motivi di ordine pubblico. Se questo divieto venisse confermato, lo spareggio si disputerebbe a Roma, sede della finale di Coppa Italia.
Il punto è questo: l'Inter si trova in una situazione paradossale. Da un lato deve credere nell'impresa per non avere rimpianti, dall'altro ha la testa inevitabilmente proiettata alla finale di Champions League contro il PSG del 31 maggio. Inzaghi (che sarà in tribuna a Como per squalifica, sostituito dal vice Farris) dovrà gestire energie e uomini con saggezza salomonica.
Intanto, Lautaro Martinez sta per tornare: nel mirino il Como prima e il Psg poi. Ieri il capitano si è allenato a parte ma sul campo, ottimo segnale. Tra oggi e domani tornerà in gruppo, insieme a Frattesi e Pavard. Prove generali venerdì contro la squadra di Fabregas per poi giocare tirato a lucido la finale di Champions League a Monaco di Baviera.
Credetemi, sarà un weekend di passione. E chissà che il calcio, nella sua imprevedibilità, non ci regali un finale di stagione ancora più elettrizzante di quanto già non sia.
FURIA INTER: DOSSIER ARBITRALE E SILENZIO STAMPA DOPO IL RIGORE ALLA LAZIO
RABBIA NERAZZURRA ALLE STELLE DOPO IL RIGORE CONCESSO ALLA LAZIO. Il club ha scelto la via del silenzio stampa dopo il 2-2 di domenica sera, ma dietro questo mutismo c'è un vero e proprio dossier arbitrale che l'Inter sta compilando da mesi. La goccia che ha fatto traboccare il vaso? Il rigore concesso ai biancocelesti per il tocco di mano di Bisseck, che ha negato ai nerazzurri il sorpasso sul Napoli.
La rabbia è cresciuta ancora di più dopo le parole del designatore Rocchi a 'Open Var' su Dazn. L'Inter contesta la difformità di giudizio nell'arco di tutto il campionato. Sotto accusa non solo l'episodio del rigore (Dia è davanti a tutti, anche se non tocca palla), ma anche l'intervento del Var in occasione del braccio di Bisseck, quando invece rimase silente sul contatto Ndicka-Bisseck in Inter-Roma.
Il fuoco in casa nerazzurra non si è acceso all'improvviso. Da inizio 2025, infatti, quando si erano alzate le prime fiamme della polemica, le braci non si sono mai spente. Allora, tutto era partito con la Supercoppa persa con il Milan (fallo su Asllani prima della punizione che aveva avviato la rimonta rossonera), con il derby di ritorno di campionato (rigore su Thuram e l'arbitro era Chiffi lo stesso dell'altra) e con il match casalingo con il Bologna (altro penalty non visto sempre su Thuram).
Particolarmente toccante il dialogo tra Barella e l'arbitro Chiffi dopo la concessione del rigore alla Lazio: "Sto tranquillo, mi sto giocando la vita", ha detto il centrocampista nerazzurro. Pronta la replica del direttore di gara: "Anche noi". Ma il mediano non ci sta: "No tu non ti stai giocando niente, io sì".
(E permettetemi una considerazione personale: quando un arbitro risponde "anche noi ci giochiamo la vita", qualcosa non torna. Gli arbitri devono essere imparziali, non "giocarsi" nulla. Ma questa è un'altra storia...)
Dopo la partita, i dirigenti sono stati impegnati a placare l'ira di Inzaghi per circa un'ora, anche dopo che i giocatori hanno lasciato lo stadio. Una rabbia comprensibile, ma che ora deve trasformarsi in energia positiva per le ultime due sfide della stagione: Como e PSG.
INZAGHI TENTATO DALL'ARABIA: 20 MILIONI A STAGIONE DALL'AL-HILAL
BOMBA DI MERCATO: L'AL-HILAL VUOLE INZAGHI A TUTTI I COSTI. E non parliamo di spiccioli: sul piatto ci sarebbero oltre 20 milioni netti a stagione per il tecnico piacentino. Una cifra da capogiro che farebbe vacillare chiunque. Ma Simone, almeno per ora, sembra avere le idee chiare.
L'intenzione dell'allenatore è quella di non accettare la proposta: ora è concentrato sul finale di stagione e sulla Champions League. Fino alla partita di Monaco la sua intenzione è quella di non parlare con nessuno, nemmeno con la società per affrontare il tema del rinnovo. Insomma, testa solo al campo.
Ma in Arabia Saudita sono convinti che il pressing di Fahad Bin Nafel, iniziato a metà aprile e proseguito nelle ultime settimane grazie anche ad alcuni suoi collaborati rimasti a Milano, porterà a un risultato clamoroso. Il presidente dell'Al-Hilal è stato a Milano il mese scorso, alloggiando per diversi giorni in un Hotel di lusso del centro (il Four Season) e ha incontrato l'entourage di Inzaghi.
Ricordiamo che il tecnico è legato all'Inter da un contratto da 6.5 milioni fino al 2026 con la promessa, ormai ribadita a più riprese dal presidente Marotta, di prolungare fino al 2027 a 7 milioni quando la stagione sarà terminata. Una cifra importante, ma nemmeno lontanamente paragonabile a quella offerta dagli arabi.
Secondo i media arabi già nei prossimi giorni un uomo vicino a Inzaghi potrebbe volare a Riad per definire gli ultimi dettagli. Sarà davvero così? Io ho i miei dubbi. Nella primavera di un anno fa l'allenatore era stato nei radar di più di un club di Premier - come il Liverpool, che cercava il sostituto di Klopp e il Manchester United - ma a tutte le tentazioni ha sempre anteposto l'amore per l'Inter.
Il punto è questo: Inzaghi ha costruito qualcosa di importante a Milano, ha un progetto a lungo termine e una squadra che lo segue ciecamente. Lasciare tutto per i petrodollari sarebbe una scelta comprensibile dal punto di vista economico, ma discutibile sotto ogni altro aspetto. Probabilmente accadrà lo stesso pure stavolta, ma gli arabi fanno sul serio.
LUIS HENRIQUE A UN PASSO: PRIMO COLPO PER IL MONDIALE PER CLUB
MERCATO NERAZZURRO: LUIS HENRIQUE SEMPRE PIÙ VICINO. L'accordo con il Marsiglia è a un passo e il brasiliano potrebbe diventare il primo colpo dell'Inter per la prossima stagione. Marotta e Ausilio hanno individuato in lui una valida alternativa (se non qualcosa di più anche grazie alla grande duttilità) a Dumfries.
La trattativa non è ancora conclusa ma il club nerazzurro vuole sistemare gli ultimi dettagli e chiudere in tempo per portare il giocatore al Mondiale per Club. L'offerta nerazzurra è salita toccando quota 22-23 milioni, riducendo la forbice con il Marsiglia che ne pretendeva poco più di 25 e sperava di innescare un'asta inserendo nelle trattative anche il Bayern Monaco, che da mesi segue l'esterno.
La sensazione è che manchi ormai pochissimo per raggiungere l'accordo definitivo. L'Inter ha fretta di chiudere per portarselo al Mondiale per Club, l'OM ha fretta di monetizzare. E così il primo colpo del mercato estivo nerazzurro è sempre più vicino. Ormai a un passo.
C'è ancora da lavorare - soprattutto per definire formula e modalità di pagamento dell'affare - ma il punto di incontro tra i due club non è lontano e da casa nerazzurra filtra logicamente ottimismo. Resta comunque difficile immaginare accelerate decisive prima della finale di Champions del 31 maggio con il Psg. Ora tutta l'Inter è concentrata a chiudere una stagione che può diventare storica. Poi si chiuderà l'affare per l'esterno brasiliano che tanto piaceva anche a Bayern e non solo.
(E qui permettetemi una considerazione: Luis Henrique è un profilo interessante, con 9 gol e 10 assist in stagione, ma la fase difensiva non è all'altezza degli standard nerazzurri. Servirà lavorare su questo aspetto per farlo diventare un'alternativa credibile a Dumfries. Ma il potenziale c'è tutto).
Se l'operazione andrà in porto, Inzaghi si ritroverà in rosa un jolly dal profilo interessante. In nerazzurro il brasiliano potrà proporsi come alternativa a Dumfries, ma la sua duttilità potrebbe renderlo utile in più posizioni. Insomma, un colpo in prospettiva che dimostra come l'Inter stia già pensando al futuro nonostante il finale di stagione ancora tutto da vivere.
ZERO TITOLI (PER ORA): ANALISI SPIETATA DI UNA STAGIONE DELUDENTE
ZERO TITOLI. IL MILAN HA VINTO LA SUPERCOPPA, IL BOLOGNA LA COPPA ITALIA, L'INTER PER ORA È A ZERO. La storia può cambiare con la Champions, ma s'insinua il sospetto che questo possa essere un altro scudetto al vento dopo quello contro il Milan di Pioli. Non si valuta una stagione da una partita, ma il Napoli aveva offerto un rigore a porta vuota e i nerazzurri hanno sprecato il match-point.
Forse la prima colpa è l'ambizione diventata arroganza (sportiva). L'Inter si sentiva la più forte, ma questo non legittimava l'inseguimento a scudetto, Champions, Coppa Italia, Supercoppa. L'Italia non è la Francia, ma un sistema equilibrato come Inghilterra e Spagna. Non ci sarebbe stato niente di male a rinunciare almeno a un obiettivo.
Meno concentrata, più distratta. Non si spiegano altrimenti successi diventati pari e pari trasformati in ko con Genoa, Milan, Juve, Napoli, Parma, Bologna, Lazio. Un rosario di dolori. Nell'ultima mezz'ora l'Inter ha perso 15 punti e guadagnati 8: saldo negativo. Tanti gli errori dei singoli (non solo Bisseck). Anche il Napoli ha perso punti, ma ha tenuto meglio nelle difficoltà.
Inzaghi è cresciuto, però errori ne ha commessi anche lui. Lo abbiamo criticato quando non faceva turnover manco a pagarlo, non sarebbe giusto incriminarlo ora del contrario, ma c'è una via di mezzo non sempre intrapresa. Tipo il 2-2 con la Lazio forse evitabile ricorrendo a De Vrij. Allegri inseriva Barzagli e cambiava sistema per blindare il vantaggio. Neanche la gestione delle sostituzioni è stata immune da errori.
Ampia la rosa, sì, ma quantità non sempre fa rima con qualità. De Vrij, Frattesi, Pavard, Darmian, Zielinski, Carlos Augusto e l'ultimo Zalewski sono una risorsa. Non è la stessa cosa per Asllani in regia e per Taremi, Arnautovic e Correa, distantissimi dai titolari. L'Inter va in crisi se mancano Dumfries, Calhanoglu, Lautaro e Thuram: la qualità scende, le soluzioni si riducono.
A gennaio l'Inter ha preso Sucic per il futuro e Zalewski. Almeno un attaccante, in prestito, in offerta, serviva. I conti si stanno risistemando, tra Champions, Mondiale e botteghino il fatturato aumenterà esponenzialmente: quel risparmio invernale potrebbe risultare un disinvestimento.
Capitolo infortuni: sono stati fuori Acerbi, Calha, Miki, Thuram, Dumfries, Dimarco, Pavard, Barella, e Lautaro ha avuto anche bisogno di rifiatare. Lo stakanovista è stato Bastoni, 55 presenze su 57. Monaco sarà la cinquantanovesima. E in America si arriverà a 62. Nuovo darwinismo applicato al calcio?
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