News Corp automatizza il giornalismo, Intel licenzia e Nvidia costruisce un impero da 2 miliardi

Midjourney ha finalmente rilasciato il suo generatore video AI, e l'industria dell'intrattenimento non può più fingere che non stia succedendo nulla. Il tool genera clip di 5 secondi basate su immagini, estendibili fino a 21 secondi totali - numeri che sembrano modesti ma che nascondono una rivoluzione in corso.

Ecco la verità che nessuno vuole dire: Disney e Universal hanno già fatto causa a Midjourney, citando specificamente il lancio di questo generatore video come "punto di particolare preoccupazione". Sostengono che Midjourney offra una "distributore automatico virtuale, generando copie infinite non autorizzate" del loro lavoro protetto da copyright. Il timing non è casuale.

Il fondatore David Holz definisce questa prima versione solo "un trampolino di lancio" verso modelli capaci di "simulazioni open-world in tempo reale". Ma il vero problema è che Google, OpenAI e Meta hanno già lanciato i loro generatori video AI. Midjourney arriva per ultima in una corsa dove il primo classificato prende tutto.

Con un costo di "circa 8 volte di più di un lavoro immagine" - equivalente a "un'immagine per secondo di video" - Midjourney sta testando quanto il mercato sia disposto a pagare per democratizzare la creazione video. La risposta determinerà se Hollywood manterrà il controllo sui contenuti o se dovrà arrendersi all'inevitabile.

Dietro le foto sorridenti di Satya Nadella e Sam Altman si nasconde una partnership da 13 miliardi di dollari che sta andando in pezzi. I rapporti rivelano tensioni crescenti mentre OpenAI cerca di liberarsi dalla dipendenza da Microsoft e Microsoft si prepara a sostituire OpenAI.

Quello che non vi stanno dicendo: gli accordi di revenue sharing sono molto più complessi di quanto riportato. Microsoft riceve il 20% dei ricavi di ChatGPT e API, ma fattura anche a OpenAI i servizi di inferenza. Inoltre, se i ricavi pubblicitari di Bing crescono del 15% anno su anno, Microsoft paga il 10% a OpenAI, scalando fino al 20%.

La situazione è esplosiva. OpenAI sta considerando di accusare Microsoft di comportamento anticoncorrenziale, il che porterebbe i regolatori a esaminare ancora più da vicino i termini del contratto. Google sta già sorridendo: ha già spinto la FTC a uccidere l'accordo esclusivo Microsoft-OpenAI.

Nel frattempo, Nadella ha spinto i suoi team a lavorare tutta la notte per rendere disponibile il modello DeepSeek R1 su Azure AI Foundry. Microsoft sta chiaramente costruendo la sua strategia di uscita, ospitando modelli rivali come Grok 3 di xAI e sviluppando i propri modelli AI per sostituire quelli di OpenAI. Quando due giganti si preparano alla guerra, è il momento di scegliere da che parte stare.

Adobe ha lanciato Project Indigo, un'app di fotografia computazionale per iPhone che promette di battere Apple nel suo stesso gioco. Ma la vera notizia è chi c'è dietro: Marc Levoy, l'uomo che ha reso i Google Pixel famosi per la loro fotografia computazionale.

Invece di catturare una singola foto, Indigo cattura raffiche di immagini e le combina per produrre foto di alta qualità con meno rumore e maggiore gamma dinamica. L'obiettivo è produrre un look "naturale, simile a una SLR" - essenzialmente quello che Apple dovrebbe fare ma non fa.

Levoy, ora Adobe Fellow, si è unito all'azienda nel 2020 con la missione di costruire una "app fotocamera universale". Il timing è perfetto: mentre Apple si concentra su funzioni AI appariscenti, Adobe sta risolvendo problemi fondamentali di qualità dell'immagine.

Project Indigo funziona su iPhone 12 Pro e successivi, ma Adobe raccomanda iPhone 15 Pro o più recenti. Non richiede nemmeno un account Adobe - un chiaro segnale che stanno giocando per vincere utenti, non per monetizzare immediatamente. Il team pianifica versioni Android, modalità ritratto e persino registrazione video. Se Adobe riesce a democratizzare la fotografia di livello professionale, potrebbe ridefinire cosa significa "fotocamera smartphone".

Nvidia non si limita a vendere chip AI - sta costruendo un impero attraverso investimenti strategici che ridefiniscono l'intero ecosistema. Dal 2023, ha partecipato a round da oltre 100 milioni di dollari che includono OpenAI (100 milioni in un round da 6,6 miliardi), xAI di Musk (6 miliardi) e Scale AI (1 miliardo).

I numeri raccontano la strategia: 49 round di finanziamento per aziende AI nel 2024, rispetto ai 34 del 2023. Nei quattro anni precedenti combinati, Nvidia aveva finanziato solo 38 deal AI. È un'accelerazione che rivela quanto sia cruciale controllare l'ecosistema, non solo l'hardware.

Ma ecco il vero gioco: molte di queste aziende, come CoreWeave e Lambda, affittano GPU Nvidia su base oraria. È un modello di business circolare perfetto - Nvidia investe in aziende che poi comprano i suoi prodotti. CoreWeave è passata da una valutazione di 2 miliardi a 19 miliardi e ha già depositato per l'IPO.

Nel frattempo, Intel sta lottando per la sopravvivenza con licenziamenti del 20% nella divisione Foundry e ritardi continui negli impianti dell'Ohio. Il nuovo CEO Lip-Bu Tan sta cercando di trasformare Intel in un'"azienda focalizzata sull'ingegneria", ma potrebbe essere troppo tardi. Quando Nvidia investe in tutto l'ecosistema AI e Intel taglia posti di lavoro, il vincitore è già chiaro.

News Corp ha introdotto "NewsGPT", un tool AI che permette ai giornalisti di adottare la "persona" di altri scrittori e generare articoli personalizzati. I reporter di Australian, Courier Mail e Daily Telegraph sono in allarme, e hanno tutte le ragioni per esserlo.

Il tool consente di adottare il persona di un editore per generare lead di storie o nuovi angoli, mentre "Story Cutter" modificherà e produrrà copy, "rimuovendo o riducendo effettivamente la necessità di subeditor". News Corp ha già ammesso di produrre 3.000 articoli localizzati a settimana usando AI generativa dal 2023.

La Media Entertainment and Arts Alliance ha dichiarato che i programmi AI non sono solo una minaccia ai posti di lavoro, ma minacciano di minare il giornalismo responsabile. Un portavoce di News Corp Australia ha risposto che stanno "investigando come le tecnologie AI possano migliorare i luoghi di lavoro piuttosto che sostituire i posti di lavoro" - una dichiarazione che suona vuota quando hai già un tool chiamato "Story Cutter".

Mentre Murdoch spinge l'automazione nelle redazioni, la domanda non è se l'AI sostituirà i giornalisti, ma quanto velocemente. Quando un'azienda mediatica può generare migliaia di articoli a settimana con l'AI, il valore del lavoro giornalistico umano crolla. È l'industrializzazione dell'informazione, e i giornalisti sono i primi a perdere il lavoro.