Quando il software diventa il vero problema: dalla crisi Airbus ai bias dell'AI

Ecco la verità che nessuno vuole ammettere: 6000 aerei A320 sono stati fermati a terra per un problema software che può essere corrotto dalle radiazioni solari. Non stiamo parlando di un difetto minore, ma di un bug che può compromettere i comandi di volo durante il volo.

Il problema è emerso dopo l'incidente JetBlue del 30 ottobre, quando un volo da Cancún a Newark ha subito un'improvvisa perdita di quota, costringendo a un atterraggio d'emergenza a Tampa con 15 feriti. Ma il vero scandalo è che ci sono volute settimane per capire cosa fosse successo e ordinare il richiamo più grande nella storia di Airbus.

La "soluzione" è un semplice rollback al software precedente - due ore di lavoro per aereo. Dimentichiamo l'hype sui sistemi avanzati: quando le radiazioni solari possono mandare in tilt i comandi di volo di metà della flotta A320 mondiale, forse dovremmo ripensare a quanto affidiamo alle macchine la nostra sicurezza. Questo non è progresso tecnologico, è negligenza mascherata da innovazione.

Quello che non vi stanno dicendo è che quando ChatGPT sembra più empatico di un medico, non state parlando con un'intelligenza superiore - state parlando con un sistema addestrato a dirvi quello che volete sentire.

Uno studio su 15 ricerche mostra che i chatbot ottengono punteggi di empatia superiori di due punti rispetto agli operatori sanitari. Ma dietro le quinte c'è un problema più grave: questi stessi sistemi mostrano bias sistematici contro donne e minoranze. Un'utente ha scoperto che Perplexity la ignorava perché "non credeva che una donna potesse capire gli algoritmi quantistici".

L'ironia è che il 97% delle persone non riesce a distinguere la musica generata dall'AI da quella umana, eppure continuiamo a credere che questi sistemi possano sostituire il giudizio umano in ambito medico. Nessuno vuole dirlo, ma stiamo costruendo un futuro dove l'empatia artificiale maschera pregiudizi reali, e dove la "comprensione" è solo un algoritmo che ci dice quello che vuole sentire.

BMW ha testato per 11 mesi i robot umanoidi Figure 02 nella sua fabbrica di Spartanburg. Il risultato? 1.250 ore di lavoro, 90.000 componenti caricati, e la scoperta che l'avambraccio del robot era il punto debole principale.

I robot hanno lavorato 10 ore al giorno, da lunedì a venerdì, in una sezione separata dagli operai umani (ma sempre sorvegliati da umani). Il loro compito: caricare lamiere con una tolleranza di 5 millimetri e 2 secondi di tempo. Ma ecco il paradosso: il test è andato bene, ma Figure 02 è già stato dismesso per fare spazio al Figure 03.

Tutta l'operazione serviva principalmente a raccogliere dati per il nuovo modello. Quello che BMW non vi dice è che dopo quasi un anno di test, il principale insegnamento è stato riprogettare completamente l'elettronica del polso. Un anno di produzione per scoprire che il design iniziale aveva problemi di affidabilità e gestione termica che erano prevedibili fin dall'inizio.

Honda ha lanciato e fatto atterrare un prototipo di razzo riutilizzabile di 6 metri in Giappone. La motivazione ufficiale suona ridicola: "contribuire di più alla vita quotidiana delle persone". Ma la verità è più pragmatica: Honda non vuole dipendere dal monopolio di SpaceX di Elon Musk per i satelliti necessari ai suoi veicoli connessi.

Mentre Honda guarda alle stelle, in Europa assistiamo alla fine di un'era: l'Ape Piaggio, dopo 70 anni, è stata ritirata dal mercato per le norme sulle emissioni. Il vuoto viene riempito dall'Ari 345 Retro tedesca, che importa telai dalla Cina e li assembla in Repubblica Ceca con 6 mesi di attesa.

Il paradosso è evidente: Honda investe in tecnologie spaziali per colonie lunari con celle a combustibile, mentre l'iconico tre ruote italiano soccombe alla burocrazia europea. La mobilità del futuro sembra divisa tra chi sogna Marte e chi non riesce nemmeno a tenere in vita un'Ape.

Dimentichiamo l'hype sui media indipendenti: Big Tech sta costruendo il proprio ecosistema mediatico per evitare domande scomode. Andreessen Horowitz ha lanciato un blog su Substack, Palantir ha creato la rivista "Republic", e tutti i CEO tech preferiscono podcast amichevoli a interviste critiche.

Mark Zuckerberg, Sam Altman, e Alex Karp di Palantir scelgono show come Sourcery o TBPN dove le domande più difficili riguardano che tipo di cupcake vorrebbero essere. Il vero problema è che questa strategia funziona: mentre i media tradizionali perdono accesso, questi outlet "friendly" ottengono interviste esclusive.

Intanto, il Black Friday ha stabilito un nuovo record con 11,8 miliardi di dollari spesi online, con consumatori che spendevano 12,5 milioni di dollari al minuto tra le 10 e le 14. Ma dietro i numeri c'è una realtà diversa: i prezzi sono aumentati del 7% mentre i volumi degli ordini sono calati dell'1%. Non è crescita della domanda, è inflazione mascherata da successo.